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abitazione rurale di pensionato coltivatore diretto |

lucanto
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Si chiede se il pensionato coltivatore diretto per aver diritto alle agevolazioni per le abitazioni rurali, deve obbligatoriamente possedere il requisito territoriale di un ettaro di terreno. Dalla immensa, per merito e per quantità, dispensa di Mario Cinà sembrerebbe di si. Tutti i requisiti, di natura fiscale, territoriale , di possesso etc. devono essere contestualmente posseduti. Mentre secondo la dispensa dei tecnici di Cuneo, il pensionato coltivatore diretto è esonerato da ciò. Che ne pensate?
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Referente
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Tolentino (MC)
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Senza nulla togliere all'opera dell'Ingegner Cinà ti posso dire che ho discusso personalmente con dei funzionari dell'AdT locale della questione ed è emerso che il pensionato coltivatore diretto, in quanto tale, avrebbe diritto a mantenere i requisiti di ruralità sul fabbricato dove abita, a prescindere dall'estensione del terreno di pertinenza. In effetti potrebbe essere assimilato ad un "diritto acquisito" e quindi svincolato dall'estensione territoriale. A rafforzare tale ipotesi c'è stata anche l'introduzione di una frase nella modulistica on line dell'Agenzia ove, per meglio specificare il mantenimento dei requisiti da parte dei pensionati si dice: # E' un'abitazione (anche parzialmente), ma almeno uno dei soggetti titolari di diritti reali sull'abitazione possiede i requisiti di ruralità (compreso quello di iscrizione al Registro delle imprese nel ramo agricolo), ma non compare fra gli intestati catastali NB: Il requisito di iscrizione al Registro delle imprese non è richiesto per i titolari di pensione maturata da attività agricola Quindi per i pensionati non esiste neanche l'obbligo dell'iscrizione alla CCIAA. Non prendere la mia interpretazione per oro colato ... ripeto, è una valutazione emersa da un dibattito con alcuni funzionari dell'AdT che si occupano degli accatastamenti degli ex rurali che spero possa essere validata dalla normativa. Saluti
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lucanto
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Ti ringrazio della risposta, ed effettivamente è un quesito che dovrebbe essere regolato e non soggetto ad interpretazioni. Buon lavoro
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geoalfa
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"Referente" ha scritto: Senza nulla togliere all'opera dell'Ingegner Cinà ti posso dire che ho discusso personalmente con dei funzionari dell'AdT locale della questione ed è emerso che il pensionato coltivatore diretto, in quanto tale, avrebbe diritto a mantenere i requisiti di ruralità sul fabbricato dove abita, a prescindere dall'estensione del terreno di pertinenza. In effetti potrebbe essere assimilato ad un "diritto acquisito" e quindi svincolato dall'estensione territoriale. A rafforzare tale ipotesi c'è stata anche l'introduzione di una frase nella modulistica on line dell'Agenzia ove, per meglio specificare il mantenimento dei requisiti da parte dei pensionati si dice: # E' un'abitazione (anche parzialmente), ma almeno uno dei soggetti titolari di diritti reali sull'abitazione possiede i requisiti di ruralità (compreso quello di iscrizione al Registro delle imprese nel ramo agricolo), ma non compare fra gli intestati catastali NB: Il requisito di iscrizione al Registro delle imprese non è richiesto per i titolari di pensione maturata da attività agricola Quindi per i pensionati non esiste neanche l'obbligo dell'iscrizione alla CCIAA. Non prendere la mia interpretazione per oro colato ... ripeto, è una valutazione emersa da un dibattito con alcuni funzionari dell'AdT che si occupano degli accatastamenti degli ex rurali che spero possa essere validata dalla normativa. Saluti concordo! infatti il requisito di imprenditore agricolo pensionato è già titolo , perché lo stesso continui ad usufruire dei benefici fin qui maturati. il problema sta nel fatto del distinguere se : - un imprenditore agricolo pensionato che ha diritto di non pagare l' ICI, perché appunto rimane ad abitare un edificio di fatto rurale, - oppure se deve accatastare comunque l'immobile, pur non pagando l'ICI. e dal momento che è pressoché impossibile trovare immobili rurali che non sono stati, anche se in minima parte, variati nella forma e nella sostanza, personalmente ritengo che vanno accatastati comunque! e la querelle continua fino a quando non ci diranno chiaramente e dettagliatamente le casistiche, senza dove passare attraverso interpretazioni soggettive di quello e quell'altro funzionario dell' AdT!!!! cordialità
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anonimo_padovano
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Porto il mio contributo sulla questione che qui si dibatte senza pretesa alcuna di avere l’ultima parola; questa pretesa, implicita o esplicita che fosse, attesterebbe la poca saggezza del sottoscritto dal momento che è la stessa ampiezza dell’opera di Mario Cinà a testimoniare la difficoltà delle problematiche legate ai fabbricati rurali. Mi limito a riportare due pareri, di uno dei quali però non ho la prova scritta, per poi profferire un commento personale. 1. Primo parere (verbale dell’Agenzia delle Entrate di Padova): il fabbricato abitativo del pensionato (agricolo) deve essere denunciato al NCEU se non possiede più un fondo del quale dovrebbe essere pertinenza; 2. Secondo parere (scritto della Direzione regionale del Territorio per il Veneto rivolto agli Uffici periferici del Veneto). Anticipo che tale parere è conforme a quanto espresso dall'Agenzia delle Entrate di Padova. Trattasi della nota 13 gennaio 2009, prot. n° 286, avente per oggetto “Chiarimenti in merito al riconoscimento della ruralità di fabbricati utilizzati quali abitazioni da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura.” La suddetta nota premette: “Sono stati segnalati casi in cui le unità rurali abitative, che siano residenza di pensionati agricoli, ancorché prive di terreno a cui dovrebbero essere asservite, non vengono denunciati al NCEU.” La nota, dopo avere richiamato l’art. 9, comma 3, del DL 30 dicembre 1993, n. 557, così conclude: “Anche se dovrebbe essere comunque ovvio, appare chiaro che la condizione posta con la lettera c) implica la presenza di un terreno al quale il fabbricato dovrebbe essere asservito, terreno che nello specifico deve inoltre rispettare requisiti minimi dimensionali. Pertanto nella fattispecie sopra descritta, non essendovi tutti i requisiti richiesti per il riconoscimento della ruralità degli immobili, si ritiene che gli stessi debbano essere accatastati al NCEU.” 3. Commento personale Conosco la professionalità e la prudenza della Direzione regionale per il Veneto e tutto mi fa pensare che la nota in questione, interessando una intera regione, abbia ricevuto il silenzioso e compiaciuto avallo dei “Colli fatali” (ma questo, ripeto e sottolineo, è soltanto un umile e bonario commento personale suffragato da … nulla e che non attesta nulla).
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geoalfa
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"anonimo_padovano" ha scritto: Porto il mio contributo sulla questione che qui si dibatte senza pretesa alcuna di avere l’ultima parola; questa pretesa, implicita o esplicita che fosse, attesterebbe la poca saggezza del sottoscritto dal momento che è la stessa ampiezza dell’opera di Mario Cinà a testimoniare la difficoltà delle problematiche legate ai fabbricati rurali. Mi limito a riportare due pareri, di uno dei quali però non ho la prova scritta, per poi profferire un commento personale. 1. Primo parere (verbale dell’Agenzia delle Entrate di Padova): il fabbricato abitativo del pensionato (agricolo) deve essere denunciato al NCEU se non possiede più un fondo del quale dovrebbe essere pertinenza; 2. Secondo parere (scritto della Direzione regionale del Territorio per il Veneto rivolto agli Uffici periferici del Veneto). Anticipo che tale parere è conforme a quanto espresso dall'Agenzia delle Entrate di Padova. Trattasi della nota 13 gennaio 2009, prot. n° 286, avente per oggetto “Chiarimenti in merito al riconoscimento della ruralità di fabbricati utilizzati quali abitazioni da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura.” La suddetta nota premette: “Sono stati segnalati casi in cui le unità rurali abitative, che siano residenza di pensionati agricoli, ancorché prive di terreno a cui dovrebbero essere asservite, non vengono denunciati al NCEU.” La nota, dopo avere richiamato l’art. 9, comma 3, del DL 30 dicembre 1993, n. 557, così conclude: “Anche se dovrebbe essere comunque ovvio, appare chiaro che la condizione posta con la lettera c) implica la presenza di un terreno al quale il fabbricato dovrebbe essere asservito, terreno che nello specifico deve inoltre rispettare requisiti minimi dimensionali. Pertanto nella fattispecie sopra descritta, non essendovi tutti i requisiti richiesti per il riconoscimento della ruralità degli immobili, si ritiene che gli stessi debbano essere accatastati al NCEU.” 3. Commento personale Conosco la professionalità e la prudenza della Direzione regionale per il Veneto e tutto mi fa pensare che la nota in questione, interessando una intera regione, abbia ricevuto il silenzioso e compiaciuto avallo dei “Colli fatali” (ma questo, ripeto e sottolineo, è soltanto un umile e bonario commento personale suffragato da … nulla e che non attesta nulla). condivido in toto quanto esposto dal monumentale anonimo_padovano, - anche se fa il modesto! - nel mio post sono stato impreciso, infatti avrei dovuto precisare che il fabbricato abitato dal pensionato imprenditore agricolo ovviamente non deve essere disgiunto dal fondo di cui è parte integrante anche urbanisticamente! l'amico anonimo, fra parentesi, mi ha dato una strigliatina, che bontà sua ci sta tutta! cordialità
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lucanto
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Grazie e complimenti a tutti, se ci saranno altre novità sull'argomento, siamo a disposizione... Buon lavoro
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sciuz
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mi ricollego a questo vecchio post perchè ho un dubbio, sono sicuro di prendermi una bella strigliata a causa della domanda banale: il pensionato imprenditore agricolo per non perdere i requisiti di ruralità l' abitazione deve essere quella in cui ha la residenza oppure deve essere solo di prorietà??????? e gli immobili strumentali all' attività di agricoltore una volta che va in pensione come devono essere censiti ed entro quando deve avvenire la variazione ??????????? grazie, anche delle strigliate ma io con sti rurali non ci sto capendo un tubo
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Gegio82
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Salve a tutti, devo compilare la domanda di variazione catastale per l'attibuzione della categoria D/10 ad un immobile strumentale all'attività agricola: il proprietario del fabbricato è pensionato (ex agricoltore) e riceve circa 600 € di pensione al mese, attulmente il suo terreno di 20650 mq è in affitto ad altro soggetto al canone di 858€ annui...secondo voi possiede i requisiti di ruralità? Il fabbricato in oggetto è una ex abitazione, il piano terra viene utilizzato dall'affittuario come deposito attrezzi, mentre il piano primo è inutilizzato poichè il tetto è crollato: se ha i requisiti è giusto chiedere il passaggio a D/10 o devo chiedere il passaggio ad A/6 indicandolo come "non utilizzato"? Grazie Eugenio
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malteser
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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Piacenza
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Salve, mi trovo ad accatastare un ex fabbricato rurale a destinazione abitativa... Il soggetto possiede tutti i requisiti, trattandosi di pensionato agricolo, con i necessari requisiti territoriali eccetera... Il punto è: che egli NON ABITA in questo alloggio (trattasi di casetta ultracentenaria, con il solo impianto elettrico, senza servizi) e lo usa soltanto come deposito attrezzi. Lui abita da un'altra parte. Posso/devo chiedere ugualmente il riconoscimento dei requisiti di ruralità?? Le parole "abitazione UTILIZZATA dal dichiarante" contenute nell'Allegato B al DM 14.9.11 implicano per forza un utilizzo COME ABITAZIONE? Lui di fatto UTILIZZA l'immobile, ma ci tiene dentro attrezzi e ciarpame vario... Saluti utilizzati
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SIMBA64
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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09 Dicembre 2011
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"malteser" ha scritto: Salve, mi trovo ad accatastare un ex fabbricato rurale a destinazione abitativa... Il soggetto possiede tutti i requisiti, trattandosi di pensionato agricolo, con i necessari requisiti territoriali eccetera... Il punto è: che egli NON ABITA in questo alloggio (trattasi di casetta ultracentenaria, con il solo impianto elettrico, senza servizi) e lo usa soltanto come deposito attrezzi. Lui abita da un'altra parte. Posso/devo chiedere ugualmente il riconoscimento dei requisiti di ruralità?? Le parole "abitazione UTILIZZATA dal dichiarante" contenute nell'Allegato B al DM 14.9.11 implicano per forza un utilizzo COME ABITAZIONE? Lui di fatto UTILIZZA l'immobile, ma ci tiene dentro attrezzi e ciarpame vario... Saluti utilizzati  Come utilizzazione, a mio parere, deve intendersi la residenza, per cui se il tuo cliente ha già una residenza da un'altra parte, detta u.i. non può avere i requisiti della ruralità. Saluti rurali ma sinceri
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