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DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE PARTICELLE NON DI PROPRIETA' |

avacos
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Devo redigere una successione di morte , e mi ritrovo con alcune particelle che da visura catastale risultano intestate in parte a mio padre , ma che in realtà non sono di sua proprietà, perchè son frutto di divisioni bonarie tra tutti fratelli. Ora mi chiedevo se io non inserisco queste particelle di cui mio padre è comproprietario rischio di incappare in qualche sanzione ?
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carlocinelli
geocinel@gmail.com
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Queste particelle di cui parli sono in esclusiva proprietà o in comproprietà? E per tale intendo lo stato a valle della divisione bonaria. Cordialmente Carlo Cinelli
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avacos
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10 Ottobre 2008
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Le particelle sono in comproprità tra tutti i fratelli anche se ognuno di loro come da accordi ne gestisce una .
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carlocinelli
geocinel@gmail.com
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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25 Dicembre 2020 alle ore 12:04
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La prassi in questi casi è inserire nella successione la particella di cui egli è possessore con la spunta di "passaggi senza atti legali". Dovrebbero volturartela con riserva che si estinguerà al ventennio. Cordialmente Carlo Cinelli
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totonno
(GURU)
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Vanno inserite tutte le particelle di cui il padre è comproprietario. I fratelli quando sarà il loro momento devono fare altrettanto. Saluti
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bertone
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15 Novembre 2004
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45°51'45.4"N 12°27'19.2"E
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Vedo due diversi modi di affrontare lo stesso problema, la mia non vuol essere una critica all'uno o all'altro ma personalmente, per come si opera nella mia zona, propendo per la soluzione di totonno. La prassi proposta da Carlo l'ho ritrovata in qualche precedente post, può andar bene a livello catastale, ma non ho idea di come venga gestita a livello delle trascrizioni. Seguendo la prassi suggerita da Carlo vorrei capire se poi sarà possibile vendere l'intero terreno posseduto e dichiarato tale nella denuncia di successione, quando in realtà la proprietà è indivisa. Chiedo per capirne i pro ed i contro, perchè questi sono casi che possono capitare, ed a volte certe soluzioni possono far comodo.
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Notrami
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"bertone" ha scritto: Vedo due diversi modi di affrontare lo stesso problema, la mia non vuol essere una critica all'uno o all'altro ma personalmente, per come si opera nella mia zona, propendo per la soluzione di totonno. La prassi proposta da Carlo l'ho ritrovata in qualche precedente post, può andar bene a livello catastale, ma non ho idea di come venga gestita a livello delle trascrizioni. Seguendo la prassi suggerita da Carlo vorrei capire se poi sarà possibile vendere l'intero terreno posseduto e dichiarato tale nella denuncia di successione, quando in realtà la proprietà è indivisa. Chiedo per capirne i pro ed i contro, perchè questi sono casi che possono capitare, ed a volte certe soluzioni possono far comodo. Se nel ventennio antecedente alla data di morte non ci sono stati passaggi legali formalizzati (atti, successioni ecc.) è possibile inserire in successione un immobile non intestato al de cuius. Catastalmente verrà intestato agli eredi con annotazione "riserva 1". L'immobile è altrettanto vendibile con atto pubblico, anche se non avrà la continuità storica delle trascrizioni. Dalle nostre parti i notai rogitano addirittura in casi di immobili non intestati al venditore (sempre in assenza di trascrizioni nel ventennio antecedente), il quale dichiara il possesso ultraventennale.
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avacos
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10 Ottobre 2008
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E nel caso queste particelle non venissero inserite in successione ? ,so che non è una soluzione corretta , ma mi chiedo perche si debbano pagare tasse su immobili di cui non si potrà mai usufruire , e che chi ne usufruisce realmene non ha interesse a sistemare per via dei costi notarili.
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carlocinelli
geocinel@gmail.com
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"bertone" ha scritto: Vedo due diversi modi di affrontare lo stesso problema, la mia non vuol essere una critica all'uno o all'altro ma personalmente, per come si opera nella mia zona, propendo per la soluzione di totonno. La prassi proposta da Carlo l'ho ritrovata in qualche precedente post, può andar bene a livello catastale, ma non ho idea di come venga gestita a livello delle trascrizioni. Seguendo la prassi suggerita da Carlo vorrei capire se poi sarà possibile vendere l'intero terreno posseduto e dichiarato tale nella denuncia di successione, quando in realtà la proprietà è indivisa. Chiedo per capirne i pro ed i contro, perchè questi sono casi che possono capitare, ed a volte certe soluzioni possono far comodo. Condivido in toto la risposta di Notrami che ha spiegato molto meglio del sottoscritto la procedura. Aggiungo in risposta alla tua, Bertone, che avevo capito, in risposta al mio primo intervento, che nella divisione ognuno aveva avuto in esclusiva una particella. Cordialmente Carlo Cinelli
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bertone
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Grazie a Carlo e Notrami, questa prassi, nonostante i capelli bianchi, mi era poco chiara e mi sembrava alquanto faragginosa, ne terrò presente all'occorrenza. Buona serata ... e tutti a tifare per l'Italia !!!
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totonno
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"Notrami" ha scritto:
Se nel ventennio antecedente alla data di morte non ci sono stati passaggi legali formalizzati (atti, successioni ecc.) è possibile inserire in successione un immobile non intestato al de cuius. Catastalmente verrà intestato agli eredi con annotazione "riserva 1". L'immobile è altrettanto vendibile con atto pubblico, anche se non avrà la continuità storica delle trascrizioni. Dalle nostre parti i notai rogitano addirittura in casi di immobili non intestati al venditore (sempre in assenza di trascrizioni nel ventennio antecedente), il quale dichiara il possesso ultraventennale. Bisogna vedere se all'acquirente gli va bene. Si parla di tutela delle parti. In questo caso bisogna solo fidarsi. E io non mi fido perché la riserva è come dichiarare che il terreno sarebbe mio ma non l'ho mai comprato. Saluti
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talismatico
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lu Sule, lu Mare, lu Ientu
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Salve, mi permetto di porre all’attenzione la Risoluzione 52/E del 25 febbraio 2009, il contenuto pone una base solida per chi ha l’onere di individuare ciò che ricade nell’asse ereditario e ciò che deve essere escluso. Saluti. Angelo Rizzo
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totonno
(GURU)
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"talismatico" ha scritto: Salve, mi permetto di porre all’attenzione la Risoluzione 52/E del 25 febbraio 2009, il contenuto pone una base solida per chi ha l’onere di individuare ciò che ricade nell’asse ereditario e ciò che deve essere escluso. Saluti. Angelo Rizzo Rispetto alla risoluzione citata, in questa discussione si sta trattando il caso inverso. Gli eredi in questo caso non vogliono inserire un cespite di proprietà in quota ritenuto acquisito per usucapione ma, al contrario, vogliono omettere un cespite di cui il de cuius era proprietario in quota o per l'intero ma che per accordo verbale è utilizzato dai fratelli. Saluti
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talismatico
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lu Sule, lu Mare, lu Ientu
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Appunto, se il terreno è stato usucapito da altri deve essere escluso dall’attivo ereditario, in quanto non più di proprietà del de-cuius. Se è stato usucapito da altri è da accertare, perchè detto così sembra semplice ma in effetti è una valutazione da ponderare attentamente in base a fatti e dichiarazioni probanti e non contrastanti. Ho citato la risoluzione 52/E del 2009 perchè indica norme e motivazioni molto chiare nel caso di usucapione senza sentenza e anche altro. Saluti. Angelo Rizzo
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totonno
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Firenze
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Il diritto di usucapione è esercitato da chi ritiene di averlo, non può essere vantato a favore di altri. Come dichiarare che siccome un terzo esercita il diritto di usucapione su un terreno intestato a me, questo lo considero non di mia proprietà. Se poi lo fanno gli eredi è ancora più evidente l'unico vero interesse del contribuente a non pagarci le tasse della divisione prima e della successione poi. Saluti
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