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Non potevo firmare! |

pozzilli
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Provincia di Isernia
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Gentili colleghi, sono un geometra iscritto al solo albo. Mi sono dovuto cancellare momentaneamente dalla Cassa in quanto lavoratore dipendente (industria) attualmente in cassa integrazione. Saprete certamente che chi è in cassa integrazione non può svolgere altra attività lavorativa. Dunque: il 16 giugno 2009 inizia il mio periodo di cassa integrazione. Chiudo la partita IVA e conseguentemente mi cancello dalla Cassa. Come detto rimango però iscritto al Collegio, in attesa di tempi migliori! Ho commesso però una "leggerezza" (ho usato un eufemismo) che mi sta facendo preoccupare non poco. Successivamente alla data di chiusura della partita IVA ho firmato un DocFa (questo a Luglio 2009) ad un amico a cui avevo promesso da tempo di curargli quella pratica. Succede che un uccellino va a dire all'orecchio del Presidente del mio Collegio di appartenenza che io ho timbrato e firmato questa pratica non potendolo fare. Il collegio mi ha convocato per avere chiarimenti sulla questione. Cosa mi devo aspettare? Un richiamo? Una sanzione? In che misura? Sono preoccupatissimo. Ma mi ripeto in continuazione che forse la cosa non è gravissima in quanto, è vero che ho firmato senza poterlo fare, ma non è che non lo potevo fare perchè non avevo i requisiti professionali, non lo potevo fare perchè c'era un problema "fiscale". Cioè, così facendo, ho fatto un lavoro senza emettere fattura. Mi auguro quindi che al massimo io venga segnalato all'Agenzia delle Entrate e che per quel mese debba ridare indietro i soldi percepiti con la Cassa Integrazione. Magari fosse "solo" questa la "punizione". Non oso pensare a sanzioni disciplinari più serie quali la sospensione o addirittura la cancellazione. Sarebbe una tragedia per me. A qualcuno è successo qualcosa di simile? Se si, come è andata a finire? Scusatemi lo sfogo e grazie a tutti/e.
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rubino
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(GURU)
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Potenza
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"pozzilli" ha scritto: Gentili colleghi, sono un geometra iscritto al solo albo. Mi sono dovuto cancellare momentaneamente dalla Cassa in quanto lavoratore dipendente (industria) attualmente in cassa integrazione. Saprete certamente che chi è in cassa integrazione non può svolgere altra attività lavorativa. Dunque: il 16 giugno 2009 inizia il mio periodo di cassa integrazione. Chiudo la partita IVA e conseguentemente mi cancello dalla Cassa. Come detto rimango però iscritto al Collegio, in attesa di tempi migliori! Ho commesso però una "leggerezza" (ho usato un eufemismo) che mi sta facendo preoccupare non poco. Successivamente alla data di chiusura della partita IVA ho firmato un DocFa (questo a Luglio 2009) ad un amico a cui avevo promesso da tempo di curargli quella pratica. Succede che un uccellino va a dire all'orecchio del Presidente del mio Collegio di appartenenza che io ho timbrato e firmato questa pratica non potendolo fare. Il collegio mi ha convocato per avere chiarimenti sulla questione. Cosa mi devo aspettare? Un richiamo? Una sanzione? In che misura? Sono preoccupatissimo. Ma mi ripeto in continuazione che forse la cosa non è gravissima in quanto, è vero che ho firmato senza poterlo fare, ma non è che non lo potevo fare perchè non avevo i requisiti professionali, non lo potevo fare perchè c'era un problema "fiscale". Cioè, così facendo, ho fatto un lavoro senza emettere fattura. Mi auguro quindi che al massimo io venga segnalato all'Agenzia delle Entrate e che per quel mese debba ridare indietro i soldi percepiti con la Cassa Integrazione. Magari fosse "solo" questa la "punizione". Non oso pensare a sanzioni disciplinari più serie quali la sospensione o addirittura la cancellazione. Sarebbe una tragedia per me. A qualcuno è successo qualcosa di simile? Se si, come è andata a finire? Scusatemi lo sfogo e grazie a tutti/e. Ciao. Se dovessi difenderti in Consiglio, direi che si tratta di "prestazione occasionale": la tua occupazione prevalente è di lavoratore dipendente dell'industria, occasionalmente hai esercitato l'attività professionale, gli aspetti fiscali e retributivi non rientrano nelle competenze del Collegio, che è tenuto a darne nostizia all'Agenzia delle Entrate ed all'INPS. Per quanto alle sanzioni disciplinari, la "pena" va adeguata al "reato: la cancellazione e la sospensione sono sproporzionate, in questo caso. Se fossi relatore, chiederei al Consiglio di verificare quanti Iscritti sono noti all'anagrafe tributaria possedendo il "codice di inizio attività", meglio noto come partita IVA. Scommettiamo che se non ti chiedono scusa, poco ci manca? P.S.: Verifica gli aspetti fiscali e retributivi con un fiscalista.
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pozzilli
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29 Aprile 2008
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Provincia di Isernia
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Ti ringrazio molto Rubino. Avevo proprio bisogno di una nota positiva. E' un periodaccio! Grazie di nuovo. Saluti.
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geoalfa
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concordo con quanto chiaramente esposto da Rubino. ritengo che tu debba necessariamente fare un esame approfondito di quel periodo che purtroppo hai vissuto con difficoltà e quindi analizza se oltre a quella scappatella che prontamente il collega ha segnalato, non per fare la "spia", ma piuttosto direi per difendere la sua posizione di libero professionista, pure lui in difficoltà anzi doppia, perché lui la cassa integrazione non la percepisce proprio! dovresti valutare se se nel frattempo hai commesso altre marachelle, più o meno lecite, e se del caso confidati pure con il presidente, che un canaccio non sarà di sicuro! se sei sicuro del tuo comportamento, invece stai tranquillo, un buon relatore lo troverai di sicuro, e se del caso ti rivolgerai a Rocco che saprà di sicuro risolvere nel migliore dei modi la questione. cordialità
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pozzilli
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29 Aprile 2008
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Provincia di Isernia
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"geoalfa" ha scritto: ...un buon relatore lo troverai di sicuro... Scusate, ma, per fortuna, non sono pratiche di queste faccende. Mi chiedevo: il "relatore" chi dovrebbe/potrebbe essere? E' una figura che nomina il Collegio o è una sorta di mio "difensore" a cui dovrei preoccuparmi io di affidare questo "incarico"?
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geoalfa
(GURU)
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"pozzilli" ha scritto: "geoalfa" ha scritto: ...un buon relatore lo troverai di sicuro.... Scusate, ma, per fortuna, non sono pratiche di queste faccende. Mi chiedevo: il "relatore" chi dovrebbe/potrebbe essere? E' una figura che nomina il Collegio o è una sorta di mio "difensore" a cui dovrei preoccuparmi io di affidare questo "incarico"? salve! di solito se c'è una pratica aperta contro il tuo comportamento professionale, la posizione deve essere attentamente valutata da un collega anziano che provvederà a controllare tutto, quindi sarai convocato nella sede del collegio per sentire anche la tua versione. questo collega nominato dal consiglio, è chiamato relatore e in genere è uno dei consiglieri, però varia da caso a caso ed è sempre il c.d. che decide in base alla gravità della infrazione commessa/denunciata. ma, ripeto, il primo censore (se così si può dire) devi essere tu stesso! e ricordati: i sotterfugi non hanno vita lunga, quindi è sempre consigliabile evitare di metterli in essere, perché non è facile bendare gli occhi alla verità! cordialità
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