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La strada dritta |

rubino
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C'è stato un tempo in cui si facevano le cose impossibili. C'è stato un tempo. Questo è l'incipit di un libro che vi consiglio di leggere. S'intitola "La strada dritta - Il romanzo dell'Autostrada del Sole" e l'autore è Francesco Pinto (edito da Mondadori). E' un libro ben scritto e parla anche di noi, perchè c'è stato un tempo in cui esistevano i Geometri. A1, l'epopea di un'Autostrada. Quando l'Italia sapeva correre di Michele Smargiassi, Il Venerdì, 25/03/2011 Dal '56 al '64 il Paese realizzò un'opera "impossible" in un romanzo, tra eroi del lavoro, dirigenti coraggiosi e la politica che stava a guardare, la storia di quegli anni audaci. E il malinconico confronto con le viltà di oggi. NAPOLI. Un esercito, un fronte che avanza, una battaglia da vincere, eroi e martiri, capitani coraggiosi, uomini dalla schiena dritta come la strada che vollero costruire. Sembra un romanzo di guerra e invece è un romanzo d'amore: d'amore e d'asfalto. "È stata l'Italia migliore di sempre. Un paese orgoglioso di sé, fiducioso in sé come non sarebbe più stato, e lo dimostrò con un'impresa irripetibile". L'Autostrada del Sole, 755 chilometri di strada, viadotti e gallerie costruiti in appena otto anni, dal 1956 al 1964, quasi senza soldi e del tutto senza esperienza: "Nessuno fece più nulla del genere". L'uomo che ama l'autostrada è Francesco Pinto, già direttore di RaiTre, ora a capo del Centro di produzione Rai di Napoli. Voleva rendere omaggio a quegli uomini che "fecero l'impresa", e l'ha fatto con un'epopea: mescolando personaggi storici e personaggi simbolici, eventi pubblici e storie private, in un romanzo corale, La strada dritta, in uscita da Mondadori, che inaugura un genere letterario inedito: l'epica autostradale con annessa morale civile. Lei è un uomo di televisione, come è arrivato ai viadotti? "Ero bambino, e un giorno mio padre mi caricò in macchina, accese l'autoradio e mi portò a vedere l'Autosole appena costruita. Partimmo da Napoli la mattina, pranzammo nel Mottagrill alle porte di Roma e tornammo indietro con l'impressione di aver toccato con mano la modernità. Era un Paese che voleva correre. Allora puntavamo in alto, eravamo orgogliosi, ambiziosi e coraggiosi". Allora pensò a un romanzo? "Non ero sicuro di saperlo fare, suggerii l'idea a un caro amico, Roberto Saviano. Che mi rispose: no, devi farlo tu". Una docu-fiction sull'autostrada? "Non è un libro-inchiesta e neppure un romanzo storico. Forse è un memoriale di guerra. Guardi queste foto dall'alto, cosa vede? Fango, automezzi, sembra una scena del Giorno più lungo. O forse ho scritto un western...". L'eroe c'è. "Fedele Cova. Primo amministratore delegato della Società autostrade. Non so se fosse un eroe. Ho visto solo le sue foto: un volto severo, quasi ruvido, sincero. Doveva essere un uomo pratico, diretto, con grandi capacità di comando. Non so poi se il mio Cova sia quello vero, non ho voluto neppure cercare gli eredi per farmelo raccontare. Forse era diverso da come l'ho immaginato, ma non importa. Per me è il simbolo di una generazione di italiani che credeva in sé stessa. Di certo era un uomo che non voleva passare alla storia. Nei servizi Rai sull'inaugurazione il suo nome non viene neppure citato". Poi ci sono gli eroi di fantasia. "Nigro, l'ingegnere con le scarpe nel fango dei cantieri, tornato dalla campagna di Russia con un segreto inconfessabile nel cuore. E Gaetano, l'operaio meridionale emigrato al Nord che comincia a costruire la strada a Milano perché vuole tornare assieme a lei a Napoli". La guerra e il ritorno a casa. L'Iliade e l'Odissea. "Nigro è il peso morale di una guerra vergognosa e codarda, da riscattare. Gaetano è il desiderio di un'Italia finalmente unita, unita dagli italiani in carne ed ossa e non dai proclami". E l'Autosole unì l'Italia? "Non so se ci siano riusciti: per me conta che quegli uomini lo vollero. Credettero davvero che un nastro d'asfalto potesse portare il Meridione nella modernità. In quei cantieri rischiosissimi e impensabili, sull'Appennino, lavorò un'Italia che aveva una gran voglia di essere una nazione, senza retorica, senza mai dire patria, che allora era una parola sospetta, solo costruendo piloni di cemento. Fu il momento più alto dell'unità nazionale, forse l'unico in tutti questi 150 anni". Un libro pieno di nostalgia? "Tutt'altro, un libro pieno di domande su un'epoca che è vicinissima a noi, in cui hanno vissuto persone che abbiamo conosciuto, che sono come noi, che siamo noi, mica Garibaldi e Mazzini... Un'epoca in cui non eravamo ancora quel che poi siamo diventati". L'Autosole non è la prima autostrada italiana. Mussolini ne costruì diverse, e anche lui ne fece un simbolo: "Segno certissimo della nostra costruttiva potenza...". "Erano tronchi isolati, monumentini retorici e inutili. L'Autostrada del sole fu una struttura portante del Paese, non un'opera di regime". Neanche del regime democristiano? "Non fu la politica a volere le autostrade. Le due culture dominanti, cattolica e comunista, erano anzi diffidenti per motivi diversi verso quel tipo di modernità dei consumi. In quegli anni poi i governi erano deboli, non avevano tempo né competenze per le grandi opere. Ma alla guida delle aziende pubbliche c'erano invece uomini forti, erano gli anni di Mattei. Decidevano loro, la politica seguiva". Disinteressati? "Qualcuno finì successivamente in qualche scandalo, ma non è la carriera dei singoli che ho voluto raccontare, è lo spirito di un decennio magico quando tutto sembrava giovane e pulito. Mandavamo satelliti in orbita, ospitavamo le Olimpiadi, la lira era la moneta più stabile del mondo, battezzavamo l'Europa. In quegli anni ci buttammo alle spalle l'angoscia della guerra per diventare un grande Paese, sapendo di potercela fare da soli. Copiando magari gli svincoli dagli americani, ma senza il loro aiuto: ci si rimette in piedi da soli, mai più col cappello in mano. Progetti italiani, imprese italiane, soldi italiani...". Pochi... "Inventati. Si partì con un bluff, senza finanziamenti, senza progetto esecutivo, senza esperienza, con mappe che sembravano il gioco della Settimana enigmistica "unire i puntini"... Con cento metri di autostrada finta, a San Donato, a beneficio dei giornalisti, per produrre il fatto compiuto. Non era certo l'Italia del non è di mia competenza". C'erano dietro grandi interessi: Eni, Fiat, Pirelli, Italcementi... "C'erano, ma non pensarono solo ai soldi. Vollero fare qualcosa di bello, che restasse. Il segno di un'epoca e di un orgoglio. L'A1 si vede dal satellite. Nessuno al mondo aveva ancora costruito un'autostrada così ardita, con quei dislivelli. Ci costò cara, decine di morti sul lavoro. Ma otto anni dopo avevamo una cosa che nessuno aveva. Lo sa che il MoMa di New York dedicò una mostra all'Autostrada, nel '64, e la intitolò Un'opera d'arte italiana?". Quell'autostrada aprì la porta alla mobilità privata, al dominio dell'automobile. "L'auto ha dominato il Novecento. Non era possibile fare altrimenti: il boom bussava alle porte. Il punto è un altro: qualcuno accettò quella sfida invece di subirla". Uno dei suoi eroi, finita l'opera, fa una riflessione malinconica: "Non hanno rispetto per la nostra autostrada, per loro è solo un pezzo d'asfalto per arrivare presto a destinazione". Sembra una battuta dal Ponte sul fiume Kwai. "Sì, in fondo credo che molti la vissero così, come un'opera da fare per se stessa, per gratificazione personale, più che per la sua utilità. E se anche fosse? Questo rende solo più acuta la domanda nascosta del mio libro: perché allora eravamo coraggiosi, e ora siamo vili?". ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio...
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geocinel
Carlo Cinelli
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"rubino" ha scritto: C'è stato un tempo in cui si facevano le cose impossibili. C'è stato un tempo. Queste sono le prime parole di un libro che vi consiglio di leggere. S'intitola "La strada dritta - Il romanzo dell'Autostrada del Sole" e l'ha scritto Francesco Pinto (Mondadori). E' un libro molto bello e ben scritto, che vi consiglio di leggere: parla anche di noi, perchè c'è stato un tempo in cui esistevano i Geometri. Caro Rocco C'è una grande occasione per dire ciò che pensi. Il 29 Giugno a Verona al forum nazionale dei Geometri. Ti aspetto. Ciao Carlo
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geommax
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Geolive non è FaceBook, ma a Massimo Centioni piace questo elemento.... mi piace il suggerimento del libro mi piace il suggerimento di Carlo, al forum ci sarò anch'io... mi sono iscritto giorni fa. saluto
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anonimo_leccese
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"rubino" ha scritto: C'è stato un tempo in cui si facevano le cose impossibili. C'è stato un tempo. Queste sono le prime parole di un libro che vi consiglio di leggere. S'intitola "La strada dritta - Il romanzo dell'Autostrada del Sole" e l'ha scritto Francesco Pinto (edito da Mondadori). E' un libro ben scritto e parla anche di noi, perchè c'è stato un tempo in cui esistevano i Geometri. ................ Ci costò cara, decine di morti sul lavoro. Ma otto anni dopo avevamo una cosa che nessuno aveva. ................ Bhe...personalmente non credo che ci sia di esserne orgogliosi, si qualche morto c'è stato, ma che volete, son dettagli...però volete mettere che opera è stata fatta !! :x :x
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rubino
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"anonimo_leccese" ha scritto: "rubino" ha scritto: C'è stato un tempo in cui si facevano le cose impossibili. C'è stato un tempo. Queste sono le prime parole di un libro che vi consiglio di leggere. S'intitola "La strada dritta - Il romanzo dell'Autostrada del Sole" e l'ha scritto Francesco Pinto (edito da Mondadori). E' un libro ben scritto e parla anche di noi, perchè c'è stato un tempo in cui esistevano i Geometri. ................ Ci costò cara, decine di morti sul lavoro. Ma otto anni dopo avevamo una cosa che nessuno aveva. ................ Bhe...personalmente non credo che ci sia di esserne orgogliosi, si qualche morto c'è stato, ma che volete, son dettagli...però volete mettere che opera è stata fatta !! :x :x No, non sono dettagli: di lavoro si moriva cinquant'anni fa e si muore ancora oggi. Purtroppo, evitando di segnalarvi il libro, non avrei fermato la strage. mortisullavoro.wordpress.com/
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rubino
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Ciao Carlo, non mi aspettare: troppi geostar! In realtà, c'è un motivo serissimo per non venire a Verona: un tifoso del Napoli ci si sente ... come dire ... un poco a disagio: www.striscionistadio.com/striscioni-napo...
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geocinel
Carlo Cinelli
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"rubino" ha scritto: Ciao Carlo, non mi aspettare: troppi geostar! In realtà, c'è un motivo serissimo per non venire a Verona: un tifoso del Napoli ci si sente ... come dire ... un poco a disagio: www.striscionistadio.com/striscioni-napo... E va buò..... Anche per stavolta marchi visita! La scusa non è valida anche se simpatica. Lo sai come finiscono 'ste cose? Diranno che loro tracciano la strada e a noi non resta che seguirla. L'hanno già detto, lo stanno facendo, e noi silenziosi non possiamo lamentarcene. Ciao Carlo
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rubino
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"geocinel" ha scritto: "rubino" ha scritto: Ciao Carlo, non mi aspettare: troppi geostar! In realtà, c'è un motivo serissimo per non venire a Verona: un tifoso del Napoli ci si sente ... come dire ... un poco a disagio: www.striscionistadio.com/striscioni-napo... E va buò..... Anche per stavolta marchi visita! La scusa non è valida anche se simpatica. Lo sai come finiscono 'ste cose? Diranno che loro tracciano la strada e a noi non resta che seguirla. L'hanno già detto, lo stanno facendo, e noi silenziosi non possiamo lamentarcene. Ciao Carlo[/quote] Marco visita? No, diserto proprio!. Francamente, alle adunate oceaniche da venditori di tubo taker preferisco discussioni in ambiti più ristretti e diversamente interessanti, sia per frequentatori sia per argomenti (tipo questo forum), e poi chi l'ha detto che mi sto lamentando? Per adesso, so solo che hanno comprato i picchetti: il tracciato aspetto di capirlo da me, non so immaginare niente dietro le luminarie e i cartelloni pubblicitari della nouvelle fragrance. Quanto al silenzio, da queste parti c'era una volta una squadra amatoriale di calcio, si chiamava "I Silenziosi" ed era composta esclusivamente da sordo-muti: beh, ti garantisco che facevano più casino loro che i normodotati e, soprattutto, erano molto efficaci su stinchi e caviglie: davano mazzate da orbi però quando arrivava l'arbitro erano tutti angioletti. E ho detto tutto.
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geocinel
Carlo Cinelli
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"rubino" ha scritto:
Marco visita? No, diserto proprio!. Francamente, alle adunate oceaniche da venditori di tubo taker preferisco discussioni in ambiti più ristretti e diversamente interessanti, sia per frequentatori sia per argomenti (tipo questo forum), e poi chi l'ha detto che mi sto lamentando? Per adesso, so solo che hanno comprato i picchetti: il tracciato aspetto di capirlo da me, non so immaginare niente dietro le luminarie e i cartelloni pubblicitari della nouvelle fragrance. Quanto al silenzio, da queste parti c'era una volta una squadra amatoriale di calcio, si chiamava "I Silenziosi" ed era composta esclusivamente da sordo-muti: beh, ti garantisco che facevano più casino loro che i normodotati e, soprattutto, erano molto efficaci su stinchi e caviglie: davano mazzate da orbi però quando arrivava l'arbitro erano tutti angioletti. E ho detto tutto. Rocco Non hanno comprato solo i picchetti..........ma sanno anche dove piantarli. Una grande aspirazione dell'uomo è sempre stata quella di controllare e decidere su quello che devono fare gli altri. Soprattutto quelli che non riescono a tenere sotto controllo. Ebbene pare (anzi di più di pare) che stiano tracciando dei percorsi onde certificare le prestazioni. Un pò come delle chek list di Mangioniana memoria. Se tu fai come dicono loro sei un bravo geometra altrimenti NO. E questo può andar bene dove si fanno delle praticuzze, ma dove c'è della professionalità da buttare sul tavolo è ridicolo. Io credo, a differenza tua e di qualche altro amico al quale voglio bene come a te, che ci sono dei momenti nel quale, per non essere complici o per non dire dopo "lo sapevo" (odioso), bisogna prendersi le palle in mano (e sono grosse) e cantargliene quattro. E non credere che non mi costi ............. Ciao Carlo
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geoalfa
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bene così! benedetti giovanotti! per poter fare in modo di infiggere al suolo i picchetti nel modo giusto e quello che più conta, è indispensabile che coloro che sanno come si fa, partecipino costruttivamente, per evitare che chi pretende di sapre come si fa, poi, d'arbitrio li infigga nel posto sbagliato! Carlo fa bene ad andare..... Rocco, come me, meno bene ! però io ho una scusante assolutamente valida, Rocco un pò meno! piuttosto.... Hanno paura di afre un enorme flop..... :wink: mi stano mandando un invito al giorno...... :!: comunque chi andrà ci farà sapere con dovizia di particolari! cordialità
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robertopi
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NAPOLI
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Chi paga? Secondo me è impensabile, farsi 800 KM, per vedere sfilare sul palco una serie di pancepiene, che blaterano sempe la stessa solfa. Già mi immagino la scena, vedere quei 4/5 (se non di più) delegati del mio collegio di apparteneza, che in quanto consiglieri,presidenti o segretari, sono li a sbafo. Che forse guadagneranno qualcosa per ogni geometra intervenuto? Pure io sono stato bombardato di richieste di adesione Carlo con tutto il rispetto per le menti eccelse, come la tua, ma sono convinto che queste manifestazioni vadano disertate. Non servono ad un cazzo. I geometri del futuro? Quale futuro? con questi chiari di luna e con queste teste di legno, il geometra, in futuro, non ci sarà più. Si sarà estinto. Pace all'anima sua. Anzi, nostra. saluti ps chiedo ancora, chi paga?
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rubino
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Intervengo solo per una mozione d'ordine: invito i Colleghi a continuare la discussione sulla convention di Verona in questo post già esistente: www.geolive.org/modules.php?name=Forums&... Di contro, iInvito i Colleghi che hanno libri o altro da segnale ad utilizzare questo post. Grazie.
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rubino
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www.corriere.it/politica/12_gennaio_28/r... Confortante ... c'è ancora qualcuno che ha paura di un libro! Certo che lassù state messi proprio male. P.S.: "Diffida dell'uomo di un solo libro" - (da "l'Elogio della follia" - E. da Rotterdam)
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rubino
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Cinquant'anni fa moriva Enrico Mattei. Comunque la pensiate, per me rimane un grande esempio di Uomo con le palle e di cosa significhi lavorare per il bene comune, il nostro Paese deve molto a lui e ai tanti Geometri che hanno lavorato e lavorano con l'ENI. Riprendo il post per segnalarvi che, nell'anniversario della scomparsa, Rizzoli pubblica gli scritti e i discorsi di mattei dal 1945 al 1962. http://www.eni.com/enrico-mattei/pagin... Dall'ultimo discorso a Gagliano Castelferrato (EN) del 27 ottobre 1962. ... "( Dalla piazza una voce interrompe): «Così si può levare questa miseria di Gagliano». ( Rivolgendosi allanonimo) «Amico mio, io non so come lei si chiami, ma anchio ero un povero come lei; e anchio ho dovuto emigrare perché il mio paese non mi dava lavoro; sono andato al Nord, e adesso dal Nord stiamo tornando al Sud con tutta lesperienza acquistata. Noi ci impegniamo con le nostre forze, con le nostre conoscenze, con i nostri uomini, a dare tutto il nostro contributo necessario per lo sviluppo e lindustrializzazione della Sicilia e della vostra provincia. «Io vi devo chiedere, come ho già chiesto al sindaco, scusa di non essere venuto prima. Ma sono gli impegni che abbiamo in tutto il mondo: ci sono 50.000 persone che oggi operano in questo gruppo; e su 50.000 persone ci sono 1600 ingegneri, 3000 periti industriali e geometri, 2000 dottori in chimica e in economia, 300 geologi, decine di migliaia di specialisti che si muovono in tutto il mondo. E tutto questo porta lavoro, porta responsabilità, porta un grande impegno; ma io conoscevo esattamente la situazione di Gagliano, delle sue riserve, di questo lavoro, delle possibilità che esistono per lavvenire. Le abbiamo seguite giorno per giorno, con ansia, e qualche volta, molte volte, ne eravamo felici. Ora su questo si deve innestare un successivo lavoro, si devono innestare industrie che dovranno portare in questa zona benessere e ricchezza. Noi ci impegniamo insieme con voi, con tutti."
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uccellino
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