"Geocinel" ha scritto:
Gran bella questione Ermanno.
Ad oggi non ho argomenti da buttare sul piatto della bilancia.
...
Mi sto accorgendo però che su questi temi forse ha ragione Leo.
Spero che intervenga.
Saluti
Carlo
Verissimo, Carlo: gran bella questione.
Ed è pure impegnativa: lo è tanto che penso renda rischioso un "referendum".
Sento spesso sfoghi di Colleghi contro Collegio, Consiglio Nazionale o Cassa, ma raramente li trovo approfonditi e documentati. E non sono affatto ottimista sulla disponibilità della maggior parte di noi a studiare e comprendere bene l'argomento prima di esprimere il proprio "voto".
D'altra parte astenersi da qualsiasi intervento implica l'accettazione passiva di ogni situazione, che finirebbe pertanto per essere solo subita.
L'argomento è interessante. E il sito è adatto, dato che la comunità ha sempre risposto con entusiasmo agli stimoli.
Quindi vale la pena di provarci.
Quando mi citi, penso che ti riferisca alle considerazioni che abbiamo avuto modo di scambiarci in diverse occasioni circa il ruolo di ordini e Collegi e la consistenza delle cosiddette Categorie Professionali.
Della Cassa abbiamo sempre parlato poco: sono soltanto basse questioni materiali! :wink:
Categorie Professionali Prima di decidere se sia il caso di "fondere" diverse cosiddette Categorie, si potrebbe riflettere sulla loro effettiva consistenza: i Geometri sono una "categoria"? O lo sono gli Ingegneri?
Mi pare che una vera Categlria si formi spontaneamente per comunione di interessi, oppure forzatamente sotto lo stimolo di "legnate".
Se abbiamo fini analoghi, se condividiamo le necessità, sarà spontaneo accomunare le mentalità ed efficace riunirci; altrimenti troppi tenderanno ad anteporre i propri interessi (in senso lato, e non strettamente economico!) a quelli di un gruppo che nessuno sente tale.
Quante volte, nei Collegi, ho sentito dire che una certa iniziativa non si può prendere perché va soltanto a vantaggio dei topografi!
E questa è una Categoria?
In alternativa, ricordo cosa successe ai metalmeccanici, che categoria non erano: scoperto che i cancelli delle fabbriche erano piuttosto stretti, un piccolo numero di loro prese l'iniziativa (e devo dire anche "il coraggio") di sbarrarli con i propri corpi, assicurando legnate sulle zucche di chi avesse minacciato la compattezza della - futura - categoria.
Dopo qualche pestaggio, visti i primi vantaggi, la categoria si formò, e bene o male dura ancora.
Le porte degli Uffici catastali sono strette 8)
(e anche quelle dei Collegi...)
Ordini e Collegi Troppo spesso sento Colleghi auspicare tout court la chiusura degli Albi. Si invoca genericamente la libertà del mercato, che sarebbe il toccasana per ogni nostro assilo: i peggiori soccombono, ed i migliori assugrono alle glorie più sfrenate.
Ovviamente ognuno si ritiene membro della schiera dei migliori!
Ma questo è del tutto ininfluente, pur se strano in quanto anche l'ultimo iscritto, con il timbro fresco di stamattina, si pensa già a questo livello 8O
In questi casi si è soliti citare il mondo civile, vedendo come tale quello anglosassone, in cui non sognano neppure di avere i borbonici Albi.
Bislacca coincidenza, perché il Diritto Civile è il nostro, mentre gli anglosassoni hanno il Diritto Comune (Common Law), che rende piuttosto diversi i rapporti fra Committente e Professionista, offrendo alcune garanzie che nel nostro mondo mancherebbero, e dovrebbero perciò essere garantite proprio da Ordini e Collegi...
Purtroppo è d'obbligo il condizionale: Ordini e Collegi assumono varie volte un ruolo opposto, di garanzia a priori per l'iscritto, in contrasto con giuste rimostranze del Committente. E ciò disgusta altri iscritti, che vedono la propria immagine danneggiata dall'iscrizione ad un Albo inquinato dal "cosiddetto" collega.
Secondo me ciò consegue dalla obbligatorietà di iscrizione secondo residenza e titolo: io ho il diploma di Geometra (e la relativa abilitazione) e lavoro a Bologna: il mio povero Presidente è costretto ad iscrivermi anche se sono il più scalcinato dei rimbambiti.
D'altra parte, se Pinco Pallino, illustre e irreprensibile luminare, è Geometra e risiede a Bologna, non può fare altro che iscriversi allo stesso Albo in cui si troverà la mia scomoda e sgradevole compagnia!
Soluzioni? Forse è meglio dire "proposte", ma certamente devono essere di ampio respiro; perché piccoli aggiustamenti non mi sembra che possano avere i grandi effetti che servirebbero.
Associazioni libere e numerose, a una delle quali il Professionista deva essere iscritto in ragione delle necessarie garanzie da dare alla Commitenza: il Professionista Tecnico non "vende", in generale, merce di cui il Committente ha buona conoscenza! Gli effetti di un nostro lavoro possono divenire evidenti dopo lungo tempo, a "danno" ormai fatto.
Nascerebbero quindi associazioni di alto livello, capaci di garantire ottime prestazioni con i giusti costi, ma anche associazioni più modeste. Ogni Professionista ambirebbe ad iscriversi a quelle più rinomate, e se queste divenissero "caste", non ci sarebbero problemi a costituirne di nuove, altrettanto performanti, che in pochi anni saprebbero crescere nella considerazione pubblica.
Questa non è LA soluzione: Lehman Brothers insegna!
Ma è una possibilità.
E il rischio più grosso non è la bolla di sapone dietro una facciata di Associazione rispettabile: questo potrebbe realizzarsi solo dopo molti decenni di crescita.
Il rischio è più subdolo: il "potere" che oggi fa capolino dietro i grandi numeri di cui può vantarsi ogni Consiglio, si opporrebbe strenuamente alla conversione in un potere diverso, fondato unicamente sulla qualità degli Iscritti a ciascuna Associazione: pochi, ma buoni, inciderebbero più di una moltitudine scadente.
E questo "potere" troverebbe manovalanza negli scadenti, nonché appoggio nella paura di cambiare che, stranamente, è diffusa anche nei LIBERI Professionisti.
Se fate i bravi, domani vi racconto il prossimo sogno; intanto chi vuole può contribuire.
Leonardo