"cassini" ha scritto:
Lo ridico per l'ultima volta sperando tu capisca: l'antitesi è una iperbole.
Chiedo scusa, in effetti non avevo capito che siamo passati alle "iperboli" e alle "parabole", ero rimasto fermo a interpretare l'italiano scritto.
"cassini" ha scritto:
Questo concetto lo sto usando mediaticamente perché in campagna ci vado spesso e vedo le risultanze degli altri messaggi catastocentrici che sono passati.
Li vedo i picchetti a meno di un metro da fosse camperecce ultraventennali e da muri di pietrame. Li vedo e capisco che li è morta la riconfinazione. Li è morta la corretta ricostruzione dei confini di prorietà.
Ma quali messaggi "catastocentrici"?
Se uno pianta i picchetti a meno di un metro da una fossa campereccia o da un muro in pietrame, alla controparte basterà dimostrare che quella fossa o quel muro costitisce il confine di fatto rispettato dalle parti nel tempo. Quello che ha piantato i picchetti perde la causa e la volta dopo si guarderà bene in giro prima di piantare i picchetti.
Dov'è il problema?
"cassini" ha scritto:
E magari quei picchetti sono frutto di rototraslazioni mirabolanti e di georeferenziazioni spaziali.
Ma quali rototraslazioni mirabolanti e georeferenziazioni spaziali?
Georeferenziazioni e rototraslazioni servono a ricostruire correttamente sul terreno il confine cartografico, ma nessuno ha mai detto che sia quello il confine di diritto. Lo diventa solo se non ci sono effettivamente altri elementi come recita l'art. 950 del codice civile.
Dov'è il problema?
Mi sembra quindi che, iperboli o non iperboli, siamo sempre alla solita contrapposizione, inventata, tra "qualsiasi mezzo di prova" e la ricostruzione cartografica.
"cassini" ha scritto:
Si, anche io faccio operazioni matematiche rigorose, ma ne conosco i limiti. Non penso che quelle operazioni mi restituiranno una verità ma solo delle informazioni da confrontare con altri indizi ed elementi nella famosa soppesata.
Sono d'accordo. In un topic tenuto su altro forum abbiamo discusso a lungo un caso in cui la ricostruzione cartografica differiva di alcuni metri da una recinzione posticcia nei pressi della quale sono anche "emersi" alcuni cippi spacciati come quelli d'impianto. Nessuno ha sostenuto a priori che il confine fosse la linea cartografica ricostruita, anzi, abbiamo analizzato a fondo la consistenza e la probatorietà di quei cippi.
"cassini" ha scritto:
Qual'è il tuo lavoro principale? Vendi software. Se non cercassi di far passare il messaggio a pro delle procedure automatizzate sarebbe esattamente come se l'Oste facesse la campagna contro l'alcool. Ci mancherebbe anche questa. Nessuno te lo chiede.
Permetterai che sia io a sapere qual è il mio lavoro principale e non uno che vive a oltre 300 km di distanza. La vendita dei software è attualmente l'ultima delle mie attività e consiste unicamente in qualche promozione online. Quello che mi interessa è che chi decide di fare il riconfinatore conosca le tecniche corrette qualora abbia la necessità di ricavare il confine cartografico. Gli algoritmi sviluppati nei miei software li ho spiegati con grande dettaglio sia nei corsi online che nei miei libri, e li ho resi disponibili gratuitamente su fogli di calcolo in modo che possano essere utilizzati da chiunque li ritenga corretti, senza che debba acquistare i miei software.
"cassini" ha scritto:
Ma il fai-da-te invece aumenta la criticità in chi lo esegue e aiuta a capire ogni passaggio e ogni fase di calcolo; pertanto è una procedura molto istruttiva ed educativa.
Concordo, ma qui vale sempre il discorso del "soggetto". C'è chi con il fai-da-te capisce e si istruisce ... e c'è chi con il fai-da-te continua per decenni a fare disastri.
"cassini" ha scritto:
Poi è chiaro che ognuno di noi, almeno quelli che affrontano le procedure con criticità, confronta i propri risultati a quelli del software prescelto prima di acquistarlo e affidarcisi ciecamente.
Il problema molto più grave è esattamente l'opposto del fai-da-te ed è di coloro che si affidano acriticamente a un software perché gli rimane simaptico Gianni invece di Tony o Pino e/o viceversa.
Concordo. Infatti è proprio per questo che organizzo corsi e scrivo libri, perché desidero che chi adotta le procedure che io propongo (ripeto, anche senza dover acquistare i miei software) sia consapevole di cosa fanno tali procedure.
"cassini" ha scritto:
Quindi si ritorna al punto di partenza. Se un professionista ha le conoscenze di base corrette non ha bisogno di sistemi avanzatissimi per addivenire a dei risultati rigorosi.
Concordo anche su questo. Ma nessuno nasce "imparato". Chi non ha ancora le
conoscenze di base, e vuole acquisirle approcciando da novizio la materia, può trarre grande giovamento nell'applicare fin da subito le procedure corrette che qualcuno gli spiega. Viceversa, se parte con il fai-da-te, rischia di commettere svarioni enormi.
geom. Gianni Rossi
cell. 3202896417
Email: gianni.rossi@co**************
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