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Incarico professionale per ri-confinamento - |

anonimo_leccese
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Salve,..sino al 6 gennaio si possono ancora fare gl’auguri di buon anno – Il mio non è un quesito squisitamente tecnico,..ma un consiglio sul comportamento da attuare. Allora…. Riconfinamento effettuato su un lotto su cui si sta realizzando un nuovo edificio, confini solo sulla carta, mai realizzato una sorta di recinzione, neanche precaria, praticamente lo chiamerei materializzazione di confine come da frazionamento originario, più che riconfinamento vero e proprio. Lavoro effettuato per il mio cliente, anche in collaborazione con il tecnico del confinante, io assistevo ai suoi rilevamenti e viceversa. Apposti i confini,..il tecnico del confinante ha effettuato un ulteriore rilievo di controllo, e non hanno avuto nulla da eccepire,…anzi quasi fatti i complimenti per il mio lavoro svolto. Redatto un verbale in cui le parti accettavano lo stato dei luoghi dopo il picchettamento,..ok,.. magari finissero tutti così i lavori  Passato un anno e più, e trattandosi di cantiere ancora aperto l’intelligentone dell’escavatorista ha pensato bene di distruggere i picchetti messi con tanto lavoro e pazienza. Ora, giustamente nei suoi panni, il mio cliente mi chiede di rimetterli nuovamente,… io ho qualche perplessità, in quanto comunque ( pur avendo i dati delle coordinate del lavoro svolto) è come fare tutto da capo,..possiamo farlo dieci volte il lavoro, avremo sempre 10 risultati leggerissimamente diversi,..ma il punto è il confinante,..dopo aver firmato un regolare verbale di accettazione dei confini,..chi gli va a dire che bisogna rimetterli nuovamente ? Voi più “saggi e vecchi del mestiere” di me,.. cosa mi suggerite ?
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Latemar
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
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29 Agosto 2022 alle ore 22:25
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Non vedo il problema. Hai tutti gli elementi per rimettere i picchetti esattamente al loro posto. Cosa ti può contestare il confinante ??
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bertone
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Picchetti di nuovo come da verbale di accettazione già sottoscritto dalle parti precedentemente (immagino che il verbale sottoscritto sia completo di misure): il lavoro più grosso è già stato fatto, ora potrai restituire la dividente sul posto quante volte ti pare, basta che ti paghino  (...magari lo scavatorista  ).
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rubino
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"bertone" ha scritto: Picchetti di nuovo come da verbale di accettazione già sottoscritto dalle parti precedentemente (immagino che il verbale sottoscritto sia completo di misure): il lavoro più grosso è già stato fatto, ora potrai restituire la dividente sul posto quante volte ti pare, basta che ti paghino  (...magari lo scavatorista  ). Concordo. Personalmente non chiederei l'onorario dell'altra volta - che comprendeva tutto l'ambaradam preliminare e non la guardiania dei picchetti - ma solo il riposizionamento dei punti (la metà, un terzo?). Proporrei la terminazione definitiva con nuovo verbale (ovviamente dopo che sono usciti mezzo ed escavatorista dal cantiere). Aggiungo: ovviamente, dato l'argomento, aspettiamo la Parola definitiva del Vate.
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Pippocad
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Picchetti in testa allo scavatorista. A parte gli scherzi sono d'accordo con chi mi ha preceduto. Altro: personalmente da qualche anno, non faccio più i "verbali di riconfinazione" perché lasciano aperta, un domani, la possibilità che una parte ricorra comunque al 950. Magari solo perché cambia idea e ritiene che la riconfinazione non sia stata fatta correttamente. Sarà una strada in salita per lui ma un giudice potrebbe rimettere tutto in gioco con la nomina del ctu, ecc. Per l’individuazione dell'esatto confine faccio sottoscrivere una scrittura privata (con allegata la planimetria e le coordinate). Sembra la stessa cosa del verbale ma, con la scrittura privata, giuridicamente l’accordo assume una vera e propria natura di negozio di accertamento. Questo vuol dire nel concreto che: in caso di successiva controversia il Giudice non può accertare una situazione diversa rispetto alla linea di confine indicata nell'accordo. Ma ora la sentenza spetta al Vate®.
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rubino
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"Pippocad" ha scritto: Picchetti in testa allo scavatorista. A parte gli scherzi sono d'accordo con chi mi ha preceduto. Altro: personalmente da qualche anno, non faccio più i "verbali di riconfinazione" perché lasciano aperta, un domani, la possibilità che una parte ricorra comunque al 950. Magari solo perché cambia idea e ritiene che la riconfinazione non sia stata fatta correttamente. Sarà una strada in salita per lui ma un giudice potrebbe rimettere tutto in gioco con la nomina del ctu, ecc. Per l’individuazione dell'esatto confine faccio sottoscrivere una scrittura privata (con allegata la planimetria e le coordinate). Sembra la stessa cosa del verbale ma, con la scrittura privata, giuridicamente l’accordo assume una vera e propria natura di negozio di accertamento. Questo vuol dire nel concreto che: in caso di successiva controversia il Giudice non può accertare una situazione diversa rispetto alla linea di confine indicata nell'accordo. Ma ora la sentenza spetta al Vate®. Necessariamente: questa soluzione della scrittura privata merita un approfondimento che solo un emerito giurista può dare. E noi ce l'abbiamo.
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cassini
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Condivido la stragrande maggioranza degli interventi che mi hanno preceduto. La riflessione che sorge sponatanea dovrebbe riguardare la valenza importantissima di monografare i picchetti. E questo va fatto non solo attraverso delle coordinate cartesiane non si sa bene (a volte) riferite a che cosa, ma con misure vere e proprie da altri riferimenti più esterni magari di solida materializzazione. Ci dovrebbe insegnare qualcosa la posizione delle modine nei lavori edilizi o stradali. Dovremmo sapere che agli escavatoristi riescono certi prodigi e noi dovremmo prevenirli. @pippo La scrittura privata ha valenza tra coloro che la sottoscrivono. Se una delle due parti vende il problema si ripresenta. Non che non valga niente ma diventa più debole. Cordialmente Carlo Cinelli
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anonimo_leccese
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Ringrazio veramente tutti per la collaborazione e l'aiuto..... le coordinate son riferite sia a pf delle vicinanze, che a punti certi nelle vicinanze, avendo anche molte misure diciamo lineari rispetto a questi, che derivano sempre dal medesimo frazionamento,.. ma che son stati materializzati sul posto da almeno 30 anni - La mia preoccupazione era più che altro se informare o meno nuovamente il confinante, che si è stato educato e collaborativo, ma come si dice,..poi la pazienza ha un limite -
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rubino
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"anonimo_leccese" ha scritto: Ringrazio veramente tutti per la collaborazione e l'aiuto..... le coordinate son riferite sia a pf delle vicinanze, che a punti certi nelle vicinanze, avendo anche molte misure diciamo lineari rispetto a questi, che derivano sempre dal medesimo frazionamento,.. ma che son stati materializzati sul posto da almeno 30 anni - La mia preoccupazione era più che altro se informare o meno nuovamente il confinante, che si è stato educato e collaborativo, ma come si dice,..poi la pazienza ha un limite - In questi casi più che regole codificate e di prassi dovrebbe essere il buon senso a guidare tecnico e proprietari: il confine è proprietà comune compreso i segnali che lo individuano, quindi qualsiasi cosa avviene su di esso è ragionevole che sia condiviso con l'altro proprietario, quanto meno per contribuire a vivere tranquilli ed al buon vicinato. Tecnicamente il primo volume del corso di Topografia insegna che vi è differenza fra segnali provvisori e permanenti, fra i primi - e non a caso - vi sono i picchetti (senza distinzione di manifattura) quindi mi permetto di instere sulla necessità di sostituirli con segnali definitivi provvedendo alla "terminazione" e quindi alla verbalizzazione del loro riconoscimento come tali da parte dei confinanti comproprietari dei segnali (e anche della fascia di terreno - seppur minima - corrispondente alla congiungente delle facce esterne dei termini). E' vero che così non ci si procura lavoro per il futuro ma non trovo onesta la massima dei mastri muratori sulla manutenzione delle coperture, che non doveva mai essere conclusa perche - la scrivo più o meno in dialetto - : "vicino (o appresso) al tetto ci devo campare io e i nipoti miei"; i nipoti non hanno continuato l'opera del nonno e fin che l'hanno chiamato il tetto "faceva acqua".
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cassini
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Lamporecchio
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Anonimo non avevo risposto al tuo quesito che avevo ben capito perché le condizioni di circostanza le conosci tu e soltanto tu. Ciò detto condivido in toto quanto riportato da Rocco alias rubino al post precedente. Cordialmente Carlo Cinelli
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Pippocad
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"cassini" ha scritto: @pippo La scrittura privata ha valenza tra coloro che la sottoscrivono. Se una delle due parti vende il problema si ripresenta. Non che non valga niente ma diventa più debole. Cordialmente Carlo Cinelli Non è proprio così. La scrittura privata con cui due proprietari limitrofi definiscono la posizione del confine (attenzione: non l’accettazione di una riconfinazione fatta da un terzo) è un documento che ha una valenza enorme in caso di ricorso al 950. È una prova documentale nettamente prioritaria rispetto alle classiche mappe. In linea generale (con la giustizia non ci sono certezze) un giudice non può non tenerne conto nemmeno se sono cambiati i proprietari. Nel documento infatti non si deve scrivere che “si è riconfinato” ma che le parti, non in contrasto, riconoscono che il confine è sempre stato in quella posizione. Il tecnico, nel documento, compare solo per definire le coordinate dei picchetti di quel confine definito dalle parti. Se necessario. Diverso è se è un terzo che riconfina (tecnico o tecnici) e le parti accettano il lavoro firmando un verbale. Il giorno dopo la firma una parte potrebbe ricorrere al 950 perché ci ripensa e ritiene che il lavoro del tecnico sia errato. Il giudice del verbale non se ne fa nulla perché è una riconfinazione da mappa (ultima spiaggia) pertanto …. Ti allego un approfondimento: ibb.co/KrQgbkb https://ibb.co/TgCBJzR Fammi sapere cosa ne pensi.
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SIMBA6464
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Buongiorno a tutti facciamo l'esempio estremo, se vi sono tre scritture private che dicono, o esprimono, volontà differenti sullo stesso confine, il giudice quale delle tre considererà maggiormente? cordiali saluti
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rubino
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"SIMBA6464" ha scritto: Buongiorno a tutti facciamo l'esempio estremo, se vi sono tre scritture private che dicono, o esprimono, volontà differenti sullo stesso confine, il giudice quale delle tre considererà maggiormente? cordiali saluti Se si è arrivati alla terza scrittura privata qualcosa vorrà dire, secondo me che l'accettazione del confine e/o dei segnali che lo materializzano è controversa quindi, essendoci un tecnico - riconfinatore o altro - costui, nel terzo testo, scriverà che questo annulla i precendenti e farà sottoscrivere specificamente questa clausola del dispositivo di accettazione dei segnali sia come termini di confine sia come individuazione di quest'ultimo.
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Pippocad
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"SIMBA6464" ha scritto: Buongiorno a tutti facciamo l'esempio estremo, se vi sono tre scritture private che dicono, o esprimono, volontà differenti sullo stesso confine, il giudice quale delle tre considererà maggiormente? cordiali saluti E' un caso troppo estremo... Impossibile rispondere. Probabilmente quello con la data più vecchia. Come per i frazionamenti.
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cassini
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"Pippocad" ha scritto: Non è proprio così. La scrittura privata con cui due proprietari limitrofi definiscono la posizione del confine (attenzione: non l’accettazione di una riconfinazione fatta da un terzo) è un documento che ha una valenza enorme in caso di ricorso al 950. È una prova documentale nettamente prioritaria rispetto alle classiche mappe. In linea generale (con la giustizia non ci sono certezze) un giudice non può non tenerne conto nemmeno se sono cambiati i proprietari. Nel documento infatti non si deve scrivere che “si è riconfinato” ma che le parti, non in contrasto, riconoscono che il confine è sempre stato in quella posizione. Il tecnico, nel documento, compare solo per definire le coordinate dei picchetti di quel confine definito dalle parti. Se necessario. Diverso è se è un terzo che riconfina (tecnico o tecnici) e le parti accettano il lavoro firmando un verbale. Il giorno dopo la firma una parte potrebbe ricorrere al 950 perché ci ripensa e ritiene che il lavoro del tecnico sia errato. Il giudice del verbale non se ne fa nulla perché è una riconfinazione da mappa (ultima spiaggia) pertanto …. Ti allego un approfondimento: ibb.co/KrQgbkb https://ibb.co/TgCBJzR Fammi sapere cosa ne pensi. Grazie Pippo Lettura interessantissima e, se mi è concesso, appagante. L'Avvocato Debiasi, sia nella premessa in neretto, sia nelle conclusioni riporta pensieri che io vado ripetendo ormai da tempo fino alla noia. Ecco perché si deve approcciare alla Riconfinazione con molta prudenza e cautela. I mezzi di prova non è detto che vengano fuori tutti in anticipo e che siano visibili e valutabili. Una volta mi è capitato in una causa, tra l'altro similare a un passaggio dello stesso Avvocato, in cui un testimone (Tecnico e direttore dei lavori) disse che il muro fu costruito in una posizione concordata tra le parti e invalidò tutte le ricostruzioni di mappa fatte dai CTP e dal CTU. La sentenza, ovviamente, andò nella direzione di questa testimonianza perché quello era un comportamento concludente. Ho letto anche il riferimento al negozio di accertamento e io non posso certo confutarlo. Ubi maior, minor cessat. Osservo solamente che va redatto con molta attenzione affinché non si indebolisca come avevo accennato nel precedente post. E che, ovviamente, riporti al suo interno un comportamento concludente. Caro Pippo, sto seguendo proprio in questi giorni una causa simile nella quale il mio committente aveva posato, d'accordo con il suo confinante (comportamento concludente), un tubo in una fossa. Questo confinante ha venduto e l'attuale proprietario ha fatto causa al mio rivendicando la posizione catastale che è differente. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi. Cordialmente Carlo Cinelli
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