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Autore Dalle macerie del terremoto èfiorita una rosa

geoalfa

(GURU)

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 0 -  0 - Inviato: 06 Febbraio 2017 alle ore 23:31

Sulla "Voce Settempedana-Appennino Camerte" il Prof. Giammario Borri dell' Università di Macerata ha pubblicato queste esperienze, riflessioni e considerazioni che ritengo molto significative e che reputo giusto mettere a vostra conoscenza:

Dalle macerie del terremoto è fiorita una rosa

" E' passato il terremoto" dicevano i nostri vecchi.

E' passato il terremoto : un modo di dire che esprime l'idea che "qualcuno", passando, viene a scuotere le nostre sicurezze.

Nelle nostre case è passato come vento impetuoso, in alcune si è rivelato una furia, facendosi accompagnare dalla distruzione, nei nostri vicini anche dalla morte.

Sconforto, paura, angoscia, terrore, panico, disperazione.

I nostri cuori provano sentimenti che non avremmo voluto mai provare.

Il terremoto che passa fa crollare ogni nostra certezza.

La casa che non ci protegge più, anzi ci uccide, e la natura che si rivela ingovernabile da noi umani: due segnali che ci mettono davanti tutta la nostra fragilità e ci fanno perdere tutti i nostri punti di riferimento, specie la casa e la natura.

Federico Cardinali, nel libro " La mente e l'anima", (2012), ne fa un'analisi approfondita in cui ci rispecchiamo.

L'essere umano è un animale che appartiene alla terra e come tutti gli altri animali trova sicurezza nel suo rifugio.

Il nido, la tana sono il luogo dove gli animali si ritirano per far nascere i loro cuccioli , per difendersi dai predatori, per ripararsi dalle intemperie.

Anche l'animale uomo trova sicurezza nel suo rifugio.

Ma quando a crollare è il luogo della sicurezza, ci sentiamo scoperti, in balia di forze dalle quali non possiamo difenderci.

La casa che trema si getta nel panico, la perdita del nido ci getta in mezzo alla strada.

La perdita del luogo dove poterci rifugiare nel momento del pericolo ci fa sentire nudi, in balia di ogni possibile minaccia.

Non possiamo andare da nessuna parte per trovare rifugio e conforto, sia in senso fisico (reale) che morale (affettivo).

L'evoluzione della tecnologia e della scienza porta spesso a guardarci come i "padroni" della natura, in grado di controllarla.

E la pensiamo sempre più come una natura addomesticata.

I super computer, la capacità di entrare dentro l'atomo, l'infinitamente piccolo, l'ingegneria genetica che ci fa sognare i nostri figli perfetti, immuni da difetti e malattie.... sono alcuni degli aspetti che ci fanno dire che il sogno dell'onnipotenza umana sta per realizzarsi.

Di fronte a ciò la natura che ci parla, questa volta attraverso la voce del terremoto, altre volte con la voce di un'alluvione, di una malattia .... , ci mette davanti alla nostra piccolezza.

E l'immagine di noi, uomini del 2000, oscilla tra il sogno dell'onnipotenza e l'esperienza della fragilità e della piccolezza.

Dobbiamo necessariamente attivare un nuovo atteggiamento con la natura: ritrovare la capacità di ascoltarla e di rispettarne le leggi, invece di ostinarci, con la nostra presunzione, nel volerla piegare ai nostri interessi.

Noi siamo parte di questa natura; come possiamo pensare di poterla "piegare" secondo i calcoli delle nostre piccole menti?

Ma qual é il nostro compito, ocme dobbiamo comportarci con le persone che vivono questa terribile esperienza e con coloro che sono devastati dal terrore e dal panico?

Cosa fare con loro? Cosa dire?

Spesso, quando una persona cara si trova in un momento difficile, noi ci mettiamo a parlare, a dire parole e pensieri, a volte chiari, a volte confusi.

E non ci accorgiamo che al cuore di chi sta male non arrivano né le nostre parole, nè i nostri pensieri.

Ciò che può arrivare è la nostra vicinanza.

Il tempo che sappiamo condividere

Il silenzio, che è la capacità di ascolto, con cui sappiamo essere vicini.

Quando il dolore invade la nostra anima, non abbiamo bisogno di sentire parole.

Abbiamo bisogno di trovare qualuno che sappia accogliere le nostre parole ed i nostri pensieri.

Senza invadere lo spazio del cuore, già pieno del nostro dolore.

Senza che ci venga a dire che cosa dobbiamo fare.

Quando stiamo male abbiamo bisogno anche di lamentarci.

Di piangere. di imprecare, a volte.

Abbiamo bisogno di trovare qualcuno che sappia ascoltare il nostro dolore.

Senza scappare.

Senza chiuderci la bocca e soffocare le nostre parole con le sue.

E' il nostro dolore che ha bisogno di uscire, di trovare qualcuno che lo sappia condividere.

Che gli riconosca il diritto di esistere, la dignità di un sentimento nobile e vero.

Vicini nel silenzio.

Quando anche ciò non fosse sufficiente, poichè la paura é un sentimento dell'uomo e non è facile da superare, rivolgiamoci a chi ci ouò aiutare di più e in modo professionale.

Ogni comune ha istituito dei servizi appropriati, come anche le nostre Università per gli studenti in situazioni di fragilità post-sisma.

La vicinanza degli amici, la sofferenza condivisa dalle persone che ci vogliono bene hanno un effetto catarchico; permettono di liberarci dell'angoscia e di renderci conto che, pur nella sventura, ci è andata bene.

Siamo riemersi vivi dalle macerie, a differenza di altri vicini: pertanto siamo fortunati.

Dobbiamo pian piano riequilibrare le nostre menti, riacquistare il ruolo che abbiamo come padri, madri, educatori responsabili e coraggiosi e ritrovare nl dolore condiviso la forza di riemergere anche mentalmente e il coraggio di affrontare il presente per ricostruire il futuro.

E' necessario ripiegarci ancora una volta sulle ginocchia traballanti, rimboccarci le maniche, coscienti che "il picchio, anche con le ali spezzate, non dimentica che sa volare" (Valerio Borealis).

D'altra parte sulle macerie della nostra casa già inagibile da agosto è fiorita di nuovo una rosa e, con essa, la certezza di tornare anche noi a sorridere.

Ne abbiamo maturato il diritto.

Giammario Borri

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Autore Risposta

geoalfa

(GURU)

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 0 -  0 - Inviato: 07 Febbraio 2017 alle ore 11:36

Qualche amico mi ha segnalato dei piccoli errori di battitura (che per la fretta non avevo verificato!) Scusate!.... ho provveduto poco fa e ora voi dite la vostra opinione.

saluti

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