"rubino" ha scritto:
http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_27/vibovalentia-cinque-persone-uccise_b487a5a2-11dd-11e0-8f66-00144f02aabc.shtml
Due famiglie distrutte: un bilancio amaro alla fine di una vicenda che forse aveva solo come pretesto i confini. Ho letto l'articolo e ho pensato a quante volte ho dovuto fare l'assistente sociale ed il conciliatore piuttosto che il tecnico, a quante volte ho dovuto urlare più forte di loro per strapparli all'avvocato, a quante volte ho dovuto dire al brillante giovane Geometra che le questioni di confine, almeno in un certo Sud, non vanno trattate solo con i numeri ma con la consapevolezza che un palmo di terra non è quello che appare. E adesso cinque morti e due famiglie distrutte: la prossima volta non pensiamo solo alle coordinate o se è meglio usare il GPS o lo squadro e se arriviamo a dover piantare un picchetto, ricordiamoci i danni che può fare: ogni volta che una vicenda di confine finisce male o dall'avvocato è una sconfitta per tutti noi.
Caro amico mio, mi sembri un pò troppo drastico.
Io penso che quando si arriva a quei punti non sono i confini il problema, nonostante nel Sud il problema è più sentito che al Centro e al Nord.
Proprio perchè è più sentito e conoscendo la natura della gente del sud (lo sono per metà) mi viene da credere che abbia ragione il mio amico Leo quando dice ai convegni che i problemi di confini si risolvono tecnicamente.
Quando però il nonno del fondo A andava a letto con la nonna del fondo B i problemi non si risolvono, neanche in Tribunale.
Ecco perché succedono quelle cose.
Che poi noi tutti dobbiamo cercare la conciliazione mi sembra un fatto ovvio e soprattutto di non acuire gli animi.
Mi ricordo che ai convegni, proprio in Calabria, gli avvocati prima di parlare e trattare la parte giurisprudenziale tendevano a invitare i tecnici presenti a tenere comportamenti deontologicamente corretti e pertinenti con i problemi che si sarebbero potuti creare.
Uno disse anche una battuta (si fa per dire perché corrispondente a verità).
In una causa di confini uno dei due contendenti non aveva "accettato" il confine ma aveva "accettato" il confinante.
Quindi pare che in Calabria la cosa sia piuttosto ricorrente.
Quello che voglio dire infine è che non ci possiamo esimere dal fare il nostro lavoro, senza intimidazioni ma con un occhio di riguardo appunto a non acuire problemi con false promesse e parole fuori luogo tipo "il tizio ti ha preso (o peggio ti ha rubato) un metro di terra".
Cordialmente
Carlo Cinelli