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Argomento: incontro di formazione a Padova il 9 dicembre
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geoalfa
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"Leo" ha scritto: Mi dispiace davvero di dovermi sempre scusare per la scarsa frequentazione: gli impegni attuali superano la media delle mie possibilità, e mi costringono a trascurare una parte degli argomenti che vorrei approfondire. Mi fa molto piacere l'interesse evidenziato da Jema per gli appunti, che trovo siano un necessario complemento all'esposizione orale: i partecipanti non potrebbero altrimenti seguire il discorso e annotarne tutti i particolari. Disponendo di un'esposizione completa, per quanto sintetica, della relazione, possono in seguito approfondirne criticamente i contenuti. Lo scopo (e l'utilità) di un convegno non può essere altro che questo. Infatti sono pienamente convinto di quanto premetto normalmente nelle relazioni orali che mi capita di fare: io non sono un "insegnante"; sono un collega, che è stato scelto per parlare del proprio lavoro, in cui ha maturato una specializzazione, per attivare il confronto. Unica strada per crescere professionalmente. Non c'è, quindi, una volontà di distinguermi dal pensiero dominante dei Colleghi che mi circodano. Permane invece la volontà di affrontare ogni argomento tecnico con spirito critico: ammiro moltissimo gli Autori di riferimento, come Tani e Costa e come il "nuovo" Cinelli, ma non ne accetto mai le conclusioni senza concedermi una verifica. Non riconosco l'Ipse dixit come procedimento tecnico valido. Nel caso delle riconfinazioni, il pensiero dominante può essere oggettivamente troppo superficiale, a volte, rispetto alle potenzialità oggi disponibili; se poi per pensiero dominante intendiamo quello di chi viene in studio a chiedere una riconfinazione sventolando l'estratto di mappa (numerica o meno), reputo necessario distinguermi. Mi pare anche accettabile ritenere che la maggior parte dei Colleghi che intervengono ai convegni abbia meno esperienza di me: suppongo che mi si chiami, oltre che per la faccia di bronzo con cui mi arrogo il diritto di parlare in pubblico, anche per l'esperienza nel settore. Sottolineo, ad ogni buon conto, di ritenere che questa sia superiore a quella della maggior parte dei Colleghi, ma non di tutti. Ragione per cui aderisco sempre molto volentieri al dibattito finale (e Carlo Cinelli, con cui ho condiviso il mezzo di trasporto, ne ha subito le conseguenze :oops: ) Quanto all'ironia, la inserisco volentieri perché mi pare stimolare l'attenzione e perché voglio fugare l'impressione di dare eccessiva importanza alle opinioni: il fare serioso mi sembra ancor più artificiale di quello ironico. L'errore, invece, non è uno stratagemma che sarebbe davvero troppo arguto per la mia modesta capacità strategica! E sono così ingenuo da non riuscire a vederlo. Escludo gli errori di opinione, che non considero tali in quanto un punto di vista è sempre soggetto a confronto. Prego quindi Jema di segnalarmelo, perché altri non hanno provveduto (forse vogliono riservarsi il diritto di ridere ancora a lungo alle mie spalle!). Se è banale, lo correggerò al più presto; ma se risulterà più profondo ne potrebbe scaturire un'ottima occasione di studio dalla ricerca dell'errore concettuale che me lo ha suggerito. Ringraziando per l'occasione di confronto, auguro a tutti un buon 2009. Leonardo salve! che vi debbo dire? avevo preparato una risposta a jema, e per fortuna che leonardo ha risposto immediatamente prima di me!............ la mia non era altro che una brutta copia - con degli orrori ortografici enormi - ma pur sempre in tema ed il senso del mio pensiero è stato brillantemente esposto da leonardo! quindi, cancellato il mio precedente messaggio, sostituito con quello di leonardo, chiedo a jema di continuare il post e segnalarci lo scivolone, in modo tale da consentirci di ampliare la discussione! a jema chiedo inoltre se può interessarsi per far pubblicare su questo sito i fascicoli distribuiti in convegno. e colgo l'occasione per porgere a tutti i migliori auguri per una buona fine del 2008 ed un migliore inizio del 2009!!!!!! cordialità
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jema
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"geocinel" ha scritto: "jema" ha scritto: ....unita ad una altrettanta volontà di distinguersi dal pensiero dominante dei colleghi che lo circondano...... Potresti approfondire questo passaggio sennò rischio di fraintendere. Penso infatti che, conoscendo Leonardo, non ha nessuna intenzione di distinguersi da nessuno, anzi. Il suo intento, come anche il mio d'altronde, è quello di crescere insieme agli altri. Caro Carlo, tutti (chi più chi meno) tentiamo di distinguerci dagli altri, se così non fosse il mondo adagiandosi su stesso non progredirebbe: Scienza, Cultura, Arti, risentono di corsi e ricorsi storici, una sorta di schema sinusoidale (tanto per restare in tema) che ci fa comprendere come ad un'epoca ricca e rigogliosa ne segua inevitabilmente una misera e alquanto disdicevole. Non voglio ora esprimermi sulla posizione nella quale ci troviamo in questo momento, anche perché ognuno di Noi può liberamente esercitare questa facoltà e scegliere “l’angolo”, inteso come punto di visuale e non… beh lasciamo correre, che preferisce. :wink: Sta a Noi cercare di ricalcare le orme dei Migliori (notare l’iniziale maiuscola) osservando di certo anche quelli che si mescolano alla cosiddetta massa silenziosa, ma MAI per imitarli supinamente e senza metterci del proprio. Come ribadito da Leonardo, nel precedente intervento, anche lui " non riconosce l'Ipse dixit come procedimento tecnico valido" e questo è il giusto atteggiamento da tenere, se vogliamo crescere. Se nel corso del 2009 anche solamente un paio di persone afferrassero il Mio messaggio e lo divulgassero a loro volta (tipo effetto domino), di certo sarebbe un anno migliore. Auguri di un felice anno nuovo, con la speranza che “la ruota continui a girare”. :lol: PS: l’errore al quale mi riferisco lo comunico con un MP all’Autore, in maniera che anche gli altri possano approfondire il Suo scritto: solamente il prossimo anno spiegherò pubblicamente il mio personale pensiero.
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geocinel
Carlo Cinelli
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"jema" ha scritto: Caro Carlo, tutti (chi più chi meno) tentiamo di distinguerci dagli altri, se così non fosse il mondo adagiandosi su stesso non progredirebbe: Scienza, Cultura, Arti, risentono di corsi e ricorsi storici, una sorta di schema sinusoidale (tanto per restare in tema) che ci fa comprendere come ad un'epoca ricca e rigogliosa ne segua inevitabilmente una misera e alquanto disdicevole. Sta a Noi cercare di ricalcare le orme dei Migliori (notare l’iniziale maiuscola) osservando di certo anche quelli che si mescolano alla cosiddetta massa silenziosa, ma MAI per imitarli supinamente e senza metterci del proprio. Come ribadito da Leonardo, nel precedente intervento, anche lui "non riconosce l'Ipse dixit come procedimento tecnico valido" e questo è il giusto atteggiamento da tenere, se vogliamo crescere. Se nel corso del 2009 anche solamente un paio di persone afferrassero il Mio messaggio e lo divulgassero a loro volta (tipo effetto domino), di certo sarebbe un anno migliore. Auguri di un felice anno nuovo, con la speranza che “la ruota continui a girare”. :lol: PS: l’errore al quale mi riferisco lo comunico con un MP all’Autore, in maniera che anche gli altri possano approfondire il Suo scritto: solamente il prossimo anno spiegherò pubblicamente il mio personale pensiero. Perdonami ma continuo a non capire alcuni tuoi passaggi. Oppure a non condividere. Tu dici che ognuno di noi tenta di distinguersi dall'altro. Io dico che ognuno di noi è se stesso e che ognuno di noi è diverso dall'altro e quindi quella distinzione è naturale. Se invece quella distinzione deve nascere dalla mia volontà diventa presunzione. Tu dici che sta a noi ricalcare le orme dei Migliori ma mai di imitarli supinamente. La penso esattamente come te. Nel principio che ognuno di noi è se stesso ed ha fatto un suo percorso formativo fa piacere in fondo alla strada vedere che i tuoi risultati e le tue risultanze sono quelle dei Migliori. Tu dici che se nel 2009 un paio di persone afferrassero il Tuo messaggio e lo divulgassero a loro volta (tipo effetto domino), di certo sarebbe un anno migliore. Dipende da te e come lo comunichi quel messaggio. Se lo fai con arroganza e supponenza non ti seguirà nessuno. Al fine ti dico che spero di aver frainteso qualche passaggio (hai cominciato a scrivere difficile con tanto di misteri compresi) perché penso di aver conosciuto e di conoscere un altro Emanuele. Quando dico e lo dice anche Leo che non ci sono Professori e studenti ma colleghi, che "dovrebbero" fare un cammino comune, è un messaggio che lancio affinché ognuno di noi e tutti insieme si riesca a fare dei progressi. Questo particolare è molto importante. Ciò non vuol dire che io, Leo, tu, ognuno degli altri che erano al convegno, siamo sullo stesso piano. Vuol dire invece che noi, che siamo coloro i quali conoscono meglio la materia, ci facciamo carico dell'ignoranza altrui per eliminarla. Sennò a che servirebbero i Convegni come quello di Padova se non a stimolare il "confronto" positivo che dovrebbe portare alla iniziale curiosità ed alla successiva conoscenza? Saluti e buon anno Carlo
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jema
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"fabio2586" ha scritto:
Ho letto e riletto e non ci trovo errori. Il discorso sull'opportunità di attribuire dei pesi ai punti mi convince sul piano teorico ma, da un punto di vista pratico, mi lascia perplesso. Non vedo interventi in merito alla mia segnalazione: mi auguro che siano stati inviati in MP direttamente a Leonardo. Per coloro che non hanno partecipato all'incontro in oggetto, comunico che l'arcano sarà svelato a breve. Saluti 8)
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jema
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"geocinel" ha scritto: erano circa 300... eran giovani e forti e (a quanto pare) non sembran così accorti. :wink: Sono passate circa 3 settimane dal momento in cui è iniziato il giochino; non avendo visto interventi in questa sede mi auguro che coloro che hanno scoperto l'inconveniente che ho segnalato, lo abbiano prontamente comunicato al Collega Leo, il quale potrà illuminarci in merito al numero dei solutori alla Sua prossima apparizione. Tornando al tema dell'osservazione che ho segnalato, tengo a precisare che il problema è, a mio parere, tanto banale quanto grave se si concretizza nella realtà professionale. Mi riferisco all'errore di lettura, in questo caso delle coordinate vertice/parametro nei due assi (Nord ed Est), che il sottoscritto stima essere rispettivamente 160,20 su 199,80 e 161,10 su 201,20. Piccolo trucchetto, per ridurre il rischio di errori di questo tipo di lettura, consiste nell'adottare una doppia misurazione per ogni asse, partendo una volta da sinistra verso destra ed una successiva, ruotando il foglio, nel senso opposto: l'autocontrollo contribuirà innanzi tutto ad evitare errori grossolani che possono avverarsi, come in questa occasione, per una serie infinita di cause, ed inoltre comporterà una maggior precisione del dato raccolto, attraverso la mediazione dello stesso. Saluti 8)
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geocinel
Carlo Cinelli
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"jema" ha scritto: Mi riferisco all'errore di lettura, in questo caso delle coordinate vertice/parametro nei due assi (Nord ed Est), che il sottoscritto stima essere rispettivamente 160,20 su 199,80 e 161,10 su 201,20. Tu stimi male. Guardati prima lo scalimetro. Ogni tacca lunga sono 2 metri e non 1. Saluti Carlo
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Accipicchia, Carlo, sei troppo veloce! Così il giochino non può procedere... Invece è proprio il fatto che si possano commettere errori di stima che dimostra l'importanza della segnalazione di Jema: non ha peso il fatto che sia giusta la stima di uno o quella dell'altro. Potrebbero anche essere sbagliate ambedue. Invece così si dimostra che qualsiasi operatore, anche esperto, non può essere esente da errori. Ergo, NECESSITANO controlli. Sempre. E Jema suggerisce un sistema eccellente! Con cui ci si può spesso risparmiare un secondo accesso al foglio per sovrapporvi la stampa su lucido delle geometrie lette. Faccio osservare che la lettura digitale su una scansione, più che essere intrinsecamente precisa, è facilmente verificabile perché il risultato del lavoro viene trasferito in entità vettoriali che si sovrappongono all'originale, consentendo di escludere sviste sui punti letti. Nessuna tecnica garantisce il risultato senza che si prevedano verifiche... Leo
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jema
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"geocinel" ha scritto: Tu stimi male. Guardati prima lo scalimetro. Ogni tacca lunga sono 2 metri e non 1. Chiedo che il gioco sia invalidato per "utilizzo di scalimetro non regolamentare". :wink: A parte gli scherzi, il sistema che suggerisco riduce ma non elimina del tutto l'inconveniente, però è sicuramente da tenere in considerazione il fatto che ogni operazione che facciamo necessita di autocontrolli: se così non fosse non saremo in grado di stabilire la precisione di ciò che produciamo. Saluti 8) PS: geocinel 1- jema 0
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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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Castel del Rio
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Quoto tutto l'ultimo intervento di Jema. Compreso (e forse soprattutto) l'accenno allo scalimetro non regolamentare: quante volte, nei polverosi archivi di qualche AdT, qualcuno chiede in prestito lo scalimetro?! Io ne ho riprodotto uno reale, ma evidentemente diverso da quello a cui è abituato Jema - che, da vecchia volpe di lettura di coordinate, certamente conserva IL proprio scalimetro con gelosa cura, e lo ripone nella gommapiuma dopo l'uso :wink: . (Guarda che non sto mica scherzando: ricordo bene gli anatemi di mio padre se, per malaugurato caso, LA principessa di tutte le squadre - Nestler - rischiava di cadere!) Quindi moltiplicare l'attenzione quando si cambia strumento. Ri-sottolineo comunque l'assoluta necessità di prevedere ed eseguire controlli; anche lavorando con un CAD. Perché anche la lettura su un raster comporta una stima e l'approssimazione c'è sempre. Leonardo
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jema
(GURU)
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"Leo" ha scritto: Quoto tutto l'ultimo intervento di Jema. Compreso (e forse soprattutto) l'accenno allo scalimetro non regolamentare: quante volte, nei polverosi archivi di qualche AdT, qualcuno chiede in prestito lo scalimetro?! Io ne ho riprodotto uno reale, ma evidentemente diverso da quello a cui è abituato Jema - che, da vecchia volpe di lettura di coordinate, certamente conserva IL proprio scalimetro con gelosa cura, e lo ripone nella gommapiuma dopo l'uso. ... Quindi moltiplicare l'attenzione quando si cambia strumento. Ri-sottolineo comunque l'assoluta necessità di prevedere ed eseguire controlli; anche lavorando con un CAD. Perché anche la lettura su un raster comporta una stima e l'approssimazione c'è sempre. Gli scalimetri in uso nella mia boutique sono dei non tanto vecchi Martini; ne posseggo diversi ma il mio preferito è quello più raro, della lunghezza pari a cm 30, in doppia scala 2000 e 4000, che tratto come se fosse un'antica reliquia. Come direbbe qualcuno: NO Martini, SI scarti! :wink: Saluti
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andras
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Segnalo sulla rivista Pitagora 1/2009 (del collegio di Padova) un articolo sulle riconfinazioni (con riferimento a questo convegno). Buona giornata
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jema
(GURU)
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