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Argomento: Perché formazione?

Autore Risposta

georox

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 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 21:18

Ciao Sergio,

"sese67" ha scritto:
Per quanto riguarda la nostra professione e la domanda: perche' formazione? io penso che una strada che avremmo forse potuto intraprendere era quella di accettare la sfida per una formazione qualificata e certificata.

Una formazione che ad esempio come e' accaduto sulla certificazione energetica ha comportato nella mia regione, un corso di 120 ore con un esame finale che, se superato, ha abilitato i diplomati equiparandoli ai laureati.

Mi dispiace, ma non sono d'accordo.

Dopo aver letto le norme UNI-TS alla base delle certificazione energetica, ti dico che hai voglia tu di un corso da 120 ore per capire di cosa si sta parlando.

Ovviamente capisco la difesa della categoria alla quale anch'io mi onoro orgogliosamente di far parte.

Tuttavia, senza gli studi di base necessari, è come voler allenare un asino a competere in una corsa di cavalli.

Prima ce ne rendiamo conto e trasformiamo il Geometra in un laureato su materie ben precise, e prima salviamo la categoria.

Viceversa, ci è andata bene per la certificazione energetica, ma durerà poco. Già su altre competenze siamo off limits ormai da tempo. L'esperienza di MARIUS83 cui è stata revocata la CTU su un caso nemmeno tanto complesso di edilizia dovrebbe farci riflettere molto.

Ciao,

Gianni Rossi

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georox

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 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 21:52

"Leo" ha scritto:
Lustrissimo Georox,

Esimio,

"Leo" ha scritto:
è molto scortese e inelegante che io citi me stesso; ma poco sopra avevo indirizzato proprio a te, oltre che a Roberto, un breve messaggio (trascurato) nel quale mi pareva di aver evidenziato la scarsa o nulla pertinenza del tema “titolo scolastico” con il presente thread in cui si parla di formazione post scolastica.

Ti pareva che non mi prendessi che sono andato fuori tema, o che ho scritto un post troppo lungo, ho che ho barbaramente attaccato qualcuno.

Certo che devo essere proprio un mona .... ne facessi giusto uno di post qui su Geolive ....

"Leo" ha scritto:
Questo perché alla formazione possiamo contribuire anche con proposte al CNGeGL o altri, più o meno condivise da un gruppo di “appassionati”, mentre all'ordinamento scolastico non lo possiamo fare così; e non solo: è comunque un tema diverso da trattare in thread distinto.

Il problema è che invece io penso che la formazione professionale non possa essere scissa da quella scolastica che dà titolo a svolgere la professione.

Pensa te quanto sono fuori tema.

"Leo" ha scritto:
Nel caso tu, Gianni, ne volessi aprire uno, ti prego di segnalarmelo (se mi sfuggisse)

Non ti preoccupare, non c'è pericolo, non aprirò nessun altro thread, fallo pure tu se lo ritieni necessario, e se così, mi raccomando, avvisami.

"Leo" ha scritto:
ma per fugare l'impressione che si potrebbe trarre dalle argomentazioni che poni: che i diplomati dovrebbero da subito smettere di pretendere competenze che sarebbero invece alla loro portata con una seria formazione, perantro indispensabile anche a chi è in possesso di "ben altri" titoli.

Eh, mi sa chi trae queste impressioni dal mio post, si sbaglia (ma non tu ovviamente, non mi permetterei mai).

Mai detto che i diplomati dovrebbero smettere da subito di pretendere competenze. Ho detto invece che la categoria dovrebbe essa stessa chiedere di cambiare il corso di studi scolastici che danno il titolo alla professione.

E penso che questo dovrebbe essere fatto .... prima di morire.

È pur vero che morire combattendo è molto onorevole .... ma sempre di morte si tratta.

Ciao,

Gianni Rossi

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sese67

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 0 -  0 - Inviato: 11 Aprile 2015 alle ore 22:13

Ciao, Gianni,



Anche io questa volta non condivido quanto dici; un corso ben fatto di 120 ore sulla certificazione e' forse molto di piu' che le ore di lezione che fanno gli studenti di ingegneria all'universita', ovviamente il corso va unito ad approfondimenti e studio delle dispense e degli appunti .



Vedi Gianni io ritengo che per edificare la maggior parte delle costruzioni delle ns citta' per eseguire rilievi di opere topografiche anche di grandi costruzioni, per progettare case a basso impatto ambientale, e per la maggior parte delle situazioni professionali che ogni giorno ogni professionista puo' dover risolvere un bravo geometra preparato anche se diplomato puo' svolgere.



Cosa diversa e' progettare software, studiare e promuovere innovazioni , progettare grosse opere complesse , ponti, grattacieli, mega costruzioni dove ovviamente servono professionisti o squadre di professionisti molto competenti e preparati, ma dove ovviamente la maggior parte degli architetti e degli ingegneri, anche se formalmente competenti, non sarebbero in ogni caso in grado di progettare e/o calcolare.



Per fare un esempio banale, in una riconfinazione, anche se non sono in grado di eseguire calcoli matriciali di rototraslazione senza l'utilizzo di software, ritengo di non temere nessun incarico, e di non sentirmi in soggezione di fronte a nessun ingegnere e/o laureato.



Saluti cordiali



Sese67

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 12 Aprile 2015 alle ore 07:35

Ciao Sergio (e Gianni Rossi, di conseguenza),
anche se, ribadisco, le considerazioni che svolgete sono di assoluto interesse generale, mi pare abbastanza chiaro che siano più pertinenti al "quale formazione" che al "perché"; e dunque se si volesse accettare la suddivisione che avevo proposto iniziando questo thread, sarebbe più opportuno evitare questa confusione.

Giusto per organizzare l'analisi dei problemi, specializzandola. Mi sembra che così sarebbe più efficace la sintesi finale per trarre conclusioni.

Capisco che già una settimana fa
"Georox" ha scritto:
Scusa Leo,

tu che sei forte com'el kren , perché non fai un'altra buona azione e riunisci i ben 3 topic attuali sulla formazione?

Seguirne 3 diversi diventa dispersivo.

Ciao,

Gianni Rossi

ma ho sempre pensato che chi sostiene un'idea farebbe bene a promuoverla personalmente. Se io preferisco la separazione degli argomenti per giungere in seguito alla sintesi, chi preferisce l'integrazione immediata dovrebbe predisporla personalmente; e possibilmente evitare di mescolarla all'altra. Se no nessuna delle due procede efficacemente.

Precisando, Gianni, i 3 topic "attuali" sono soltanto due, poiché uno è stato interamente soppiantato. Il futuro terzo potrebbe benissimo essere quello sull'ordinamento scolastico; e sarebbe in linea con la separazione che dicevo. Ma comunque puoi sempre aprire quello complessivo.

Leonardo

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Leo
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 0 -  0 - Inviato: 02 Maggio 2015 alle ore 08:57

Non mi piace aggiungere un post in coda a un altro mio, ma riprendo questo argomento perché il periodo di silenzio mi fa ritenere che i punti di vista principali siano già stati esposti; se mi limitassi a modificare il precedente la cosa passerebbe inosservata e le eventuali iniziative non potrebbero avviarsi; nulla vieterà comunque di integrare in seguito quanto tento di sintetizzare.

Rileggendo gli interventi, appare diffusa la convinzione che la formazione sia dovuta, oggi come ieri, alle necessità fondamentali di ogni Professionista:
- imparare a conoscere le applicazioni concrete degli “strumenti” teorici acquisiti a scuola;
- rimanere aggiornato sulle innovazioni normative, strumentali e di ambito;
- acquisire nuove competenze o integrare quelle possedute.

Invero ho recepito anche un'altra possibilità, che un Collega ha sintetizzato privatamente con la frase “la formazione è business”, che forse è più pertinente a “quale” formazione che a “perché”; almeno spero che sia “forse”, altrimenti... D'altra parte fin dal principio avevo proposto la suddivisione in quale e perché per poter giungere a una sintesi.
E siccome anche quel Collega precisa che oggi è così, mentre prima era un'altra cosa, mi sembra lecito desumere che è divenuta business in seguito a fatti recenti, e segnatamente all'obbligo di legge nato come risposta a temute e non chiarite carenze e favorito dall'abusato alibi europeo.

Quest'obbligo è visto con sospetto (o peggio) da molti di coloro che sono intervenuti, ad esempio per:
- il desiderio di acquistare più crediti a miglior prezzo, indipendentemente dalla qualità dei primi;
- il consistente spreco di risorse a cui è esposto il “formando”;
- la tendenza a spostare l'attenzione dalla sostanza alla forma;
- la necessità di una vigilanza di cui non è facile garantire l'oggettività sostanziale;
- una naturale, diffusa propensione alla ribellione alle imposizioni.

L'ultimo punto può sembrare insignificante, ma penso che non lo sia affatto perché la qualità di ogni nostro lavoro tende a essere migliore quando lo svolgiamo con entusiasmo e non obtorto collo. Perché la formazione dovrebbe esser diversa?

Ma anche il precedente, che riguarda i “garanti”, non mi sembra affatto banale; soprattutto in ragione del fatto che tali garanti, almeno nel caso dei Geometri che seguo con attenzione da parecchi decenni, non sembrano avere un forte riscontro negli Iscritti il cui astensionismo è elevatissimo e probabilmente non giustificabile con questioni di salute come, ad esempio, per i Vigili Urbani Capitolini...

Sono poi scaturite altre motivazioni alla mutazione dell'esigenza di formazione rispetto a un tempo, che traggo dai vostri spunti integrandole per una lettura più coesa; ma ognuno potrà rettificare:
- i miglioramenti degli strumenti a disposizione (HW e SW) tendono a ridurre la percezione della responsabilità personale, sviliscono la dignità del Professionista facendolo sentire semplice Operatore (Carlo Cinelli);
- la minor efficienza dell'attuale sistema scolastico impone una formazione anche teorica e non solo quella pratica, prima sufficiente (Gianni Tartabini);

Un discorso specifico mi sembra che meriti l'appassionata e molto ben articolata trattazione di Mario (solo Mario, e basta?), perché ha evidenziato alcuni punti chiave del “perché formazione” ed evidenziato alcune criticità “dinamiche” nella loro evoluzione nel tempo: crisi, mercato, lavoro, certificazione, definizione delle competenze, formazione riconosciuta... il tutto legato alla retribuzione.
Conclude con la condivisibile idea della necessità di un corso di laurea; ma questo non penso proprio che sia alla nostra portata, in questa sede. Questa analisi credo che meriterebbe ulteriori approfondimenti, in particolare se questi potessero coinvolgere “chi può” e comunque incidere; in mancanza, però, non sarebbero comunque inutili se riuscissero a “formare coscienza condivisa” dei problemi e delle possibili soluzioni.
Il discorso si fa ampio, e penso che sarebbe bene coltivarlo in discussione separata, perché ai problemi evidenziati non è data (per ora) idea di soluzione, e alcuni credo che richiedano notevoli approfondimenti, in quanto ancora oggetto di visione soggettiva che dovrebbe trovare maggior condivisione per poter anelare a una via risolutiva.

Infine alle critiche di cui sopra conseguono proposte; cosa che denota partecipazione e intelligenza: non ci lamentiamo soltanto, ma proponiamo soluzioni che sarebbe consigliabile avanzare a quei garanti che, se volessero dimostrare interesse alla qualità e disinteresse alla pecunia, potrebbero assecondare le idee della base, quando queste fossero significativamente condivise, dunque sottoscritte da molti.

Non mi preme soppiantare il business, che non è affatto negativo in quanto tale, ma solamente se lasciato prevalere sulla sostanza formativa: proprio proposte alternative possono generare competizione sana fra diverse offerte formative e con ciò indirizzare anche il business verso il miglior rapporto qualità/prezzo. Occhio: il rapporto qualità prezzo non dipende soltanto da uno dei due termini, e in particolare dal secondo, come ben dimostrano le testimonianze sui corsi gratuiti!

Penso che il concetto di diversificazione dell'offerta come stimolo al miglioramento potrebbe fungere da preambolo alle due proposte innovative che sono scaturite (e alle eventuali altre che potranno arrivare) per assegnare crediti formativi: in base a lavori svolti e presentati per una verifica, nonché con esami periodici.

Da un punto di vista pratico immagino Commissioni (annuali?) di valutazione con componenti di Collegi diversi, a cui ogni Geometra dovrà presentare lavori svolti (si sostituiscano eventualmente i termini “Collegi” e “Geometra”), rispondendo alle domande dei Commissari.
La prima criticità che mi viene in mente è che un Commissario che mi ha in antipatia potrebbe mettere a repentaglio il mio “esame”; ma prevedendo Commissioni sufficientemente numerose e soprattutto da più Collegi, il rischio dovrebbe divenire trascurabile.
E poi non mancano di soggettività neppure i crediti assegnati in base a verifiche che sono pur sempre organizzate da “qualcuno”; e che sono comunque sempre meglio di quelli senza verifica alcuna...

Vogliamo confrontarci su questa base?

Leonardo Gualandi

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georox

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 0 -  0 - Inviato: 02 Maggio 2015 alle ore 20:26

Vecio,

ti rispondo io, mosso da affetto fraterno, perché ho come l'impressione che, viceversa, non ti risponderebbe nessun'altro. Sai perché ti dico questo? Perché quando dici:

"Leo" ha scritto:
Vogliamo confrontarci su questa base?

Bisognerebbe che uno che legge il tuo post la capisse tale base. Io, in tutta sincerità, pur avendolo riletto più volte, avrò capito sì e no il 30%, non di più. Ma può essere che sia io duro di comprendonio. Ad ogni modo, mi sforzerò di rispondere a quel poco che ho capito.

Prima però vorrei farti notare, tanto per mettere i puntini sulle "i", che in un altro post mi hai ripreso per la lunghezza del testo, dicendo che scrivere post troppo lunghi significa abusare del prezioso tempo di chi legge. Evidentemente tu allora ritieni di avere una sorta di "licenza poetica" che ti esonera da tali limitazioni.

Tanto di cappello a cotanta autorevolezza.

Ma passiamo ai punti (quelli che sono riuscito a capire).

"Leo" ha scritto:
Rileggendo gli interventi, appare diffusa la convinzione che la formazione sia dovuta, oggi come ieri, alle necessità fondamentali di ogni Professionista:
- imparare a conoscere le applicazioni concrete degli “strumenti” teorici acquisiti a scuola;
- rimanere aggiornato sulle innovazioni normative, strumentali e di ambito;
- acquisire nuove competenze o integrare quelle possedute.

Ok, fin qui ho capito e approvo, d'altronde mi sembra tutto molto ovvio.

"Leo" ha scritto:
Invero ho recepito anche un'altra possibilità, che un Collega ha sintetizzato privatamente con la frase “la formazione è business”, che forse è più pertinente .... ometto le elucubrazioni nebulose sul "perché" e il "quale".... E siccome anche quel Collega precisa che oggi è così, mentre prima era un'altra cosa, mi sembra lecito desumere che è divenuta business in seguito a fatti recenti.

Penso che quel tuo collega abbia inteso dire che la formazione è diventata un business da quando è stata posta come obbligo con tanto di assegnazione dei CF, e penso anche che abbia ragione. Prima infatti, se uno partecipava ad un evento formativo, siccome non era obbligato, lo faceva mosso solo da spirito di apprendimento. Ora invece molti partecipano solo per avere i CF.

Che la formazione sia oggi un business lo dimostra il proliferare di aziende, anche piuttosto grosse, che vivono e prosperano solo di formazione, ne cito solo alcune: P-Learning, Afor, Beta-Formazione, Unione Professionisti, Itaform; ma ne lascio fuori chissà quante altre.

Ma il problema non sono né le aziende né il business e nemmeno i CF che hanno invece la loro ragion d'essere.

Il problema è come li dai i CF. Se li dai al solo atto di presenza ad un evento, anche se uno dorme, allora non va bene. Se invece il geometra di turno deve superare una verifica, allora vanno benissimo.

A scuola, se non avevi seguito le lezioni e non avevi studiato, al compito in classe prendevi 3. Dobbiamo fare così anche per la formazione professionale, altrimenti non è formazione.

"Leo" ha scritto:
- i miglioramenti degli strumenti a disposizione (HW e SW) tendono a ridurre la percezione della responsabilità personale, sviliscono la dignità del Professionista facendolo sentire semplice Operatore (Carlo Cinelli);

Dipende sempre dal soggetto. Se uno non ha passione per la professione, è così. Se invece uno vuole capire quello che fa e perché deve farlo, non si affida ciecamente ai software e agli strumenti ma cercherà di apprendere le basi effettive.

La formazione deve stroncare quelli che si affidano a software e strumenti senza avere le basi concettuali. Al corso online che sto per fare, per esempio, spiegherò i concetti di processi e procedure sulle riconfinazioni. Chi non li apprende non supera i test e non prende i CF, punto.

"Leo" ha scritto:
Da un punto di vista pratico immagino Commissioni (annuali?) di valutazione con componenti di Collegi diversi, a cui ogni Geometra dovrà presentare lavori svolti (si sostituiscano eventualmente i termini “Collegi” e “Geometra”), rispondendo alle domande dei Commissari.

Scusa, Vecio, ma qui il legame con la realtà ti si è (spero momentaneamente) interrotto.

Chi li paga tutti questi Commissari e Commissioni con componenti di Collegi diversi?

Scarichi il costo sul povero geometra che deve sostenere l'esame?

Ma se fai così, un CF gli verrà a costare sui 1000 (mille) euro abbondanti, al povero geometra. Capisco che in Italia siamo in un'economia in piena espansione, ma mi sembra comunque un po' troppo caro

"Leo" ha scritto:
La prima criticità che mi viene in mente è che un Commissario che mi ha in antipatia potrebbe mettere a repentaglio il mio “esame”; ma prevedendo Commissioni sufficientemente numerose e soprattutto da più Collegi, il rischio dovrebbe divenire trascurabile.

Non c'è nemmeno da preoccuparsi di queste criticità. Questa soluzione è completamente fuori dalla realtà per quanto detto sopra. Quindi non ti crucciare, Vecio

"Leo" ha scritto:
E poi non mancano di soggettività neppure i crediti assegnati in base a verifiche che sono pur sempre organizzate da “qualcuno”; e che sono comunque sempre meglio di quelli senza verifica alcuna...

Su questo sono pienamente d'accordo. Infatti io sto cercando di organizzare formazione che abbia una verifica rigorosa. Altri invece vanno ancora per sale a distribuire crediti anche a chi, tradito dalla monotonia di sentire sempre lo stesso che parla, si concede di tanto in tanto qualche breve pisolino ristoratore

Ciao,

Gianni Rossi

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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 07:41

Grazie, Gianni, per avermi fatto osservare di non essere stato chiaro; e anche che non mi sono scusato per la lunghezza del post, ma questa è in un certo senso inevitabile volendo riassumere e compendiare le due discussioni giunte a una discreta maturazione.

Comincio dal grassetto, perché le note sull'identità formazione-business mi parevano interessanti anche se non ho saputo chiarirle: sentendo dire che “la formazione è business” si può considerare un rapporto pratico fra le due cose, e quindi studiare quale formazione fare tenendo nel dovuto conto gli aspetti economici, ma si può anche leggere - soprattutto scrivendo “è” invece di specificare che “deve anche tener conto del” - che si fa formazione perché essa è business. E questo non sembrerebbe negativo soltanto a me, da quanto ho letto nei vari post; e penso che tu ne convenga.

Nonostante la mia lunga sintesi, ho poi comunque sciabolato su alcuni punti chiave, la cui mancanza mi è ora più evidente: tu sottolinei gli aspetti economici. Punto che ho trascurato perché considero la proposta di diversificazione dell'offerta come elemento calmierante del “mercato formativo”: il rapporto fra costi e risultati può essere agevolmente modificato e potrebbe addirittura esserlo, almeno in parte, grazie alla legge della domanda e dell'offerta. Non ho (ancora) indicato alcun costo presunto, proprio perché si dovrebbe organizzare quella sorta di esame, che preferirei chiamare discussione come per le tesi di laurea, a cadenza quinquennale; siccome questo evento certificherebbe anche la formazione degli “esaminatori”, i costi risulterebbero contenuti. Addirittura si potrebbero mischiare i ruoli... come nei dibattiti che tanto spesso ho caldeggiato.

Ma perché affrettarsi a dare per spacciata l'idea? Lascerei la valutazione economica a chi dovrebbe sborsare quattrini per “corsi” o, in alternativa, per l'esame che potrebbe sostituirli in toto: un esame da, diciamo, settecento euro ogni cinque anni, oppure cinque o sei corsi da cento?

Sulle valutazioni personali volte a scegliere uno o l'altro metodo inciderebbero anche le altre considerazioni che ho indubbiamente trascurato. In particolare una, che mi è parsa piuttosto condivisa: la verifica della formazione, quand'anche non completamente assente in caso di seminari che ne sono privi, è comunque decisamente soggettiva. Chi può garantire che io, se chiamato a giudicare, sia realmente in grado di farlo? L'impressione ricevuta dalla lettura degli interventi fin qui, che mi pare molto marcata, è che l'unica verifica sostanziale e oggettiva la faccia il lavoro stesso: posso vantare tutti i CF che voglio, ma se al Committente non riesco a dare soddisfazione ho fallito l'esame più serio. L'unico. E da ciò molti potrebbero pensare che sia preferibile dedicare alle “formalità formative” solo il tempo di discutere pubblicamente un proprio lavoro.

E non credo che rinuncerebbero affatto alla “vecchia” formazione che sceglieva liberamente gli eventi a cui partecipare e chi vi doveva comparire (Costa e Tani li invitavamo anche se non avevano alcun "bollino" di legge...), che forse tanto “vecchia” non è anche se non tributa grandi onori ai CF.

Leonardo

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Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 09:02

Leo

Sono d'accordo con Gianni.

Delle tue elucubrazioni Etico-Deontologiche non frega niente a nessuno.

Della qualità della formazione ancora meno.

Del perché si faccia è un mistero totale.

L'altro giorno all'Assemblea del Collegio di Pistoia al capitolo Formazione abbiamo dibattuto del costo unitario di ogni credito formativo.

Le lagnanze sono andate tutte in quella direzione.

I Corsi sull'APE e sulla Sicurezza costano al discente la bellezza di circa 600 €. per circa 40 crediti formativi.

E quindi circa 15 €. a credito. Troppo.

Meno male che oggi c'è pluralità di offerta, dalla piattaforma telematica al corso sul posto; vedrai che i prezzi scenderanno fino a circa 1/2 €. a credito.

E chi se ne strafotte (scusate il francesismo) della qualità e del perché.

L'importante è che costi poco.

E chi se ne strafotte (ri-scusate il francesismo) di chi la fa.

L'importante sono i crediti formativi.

Però in fondo a tutto questo ragionamento mi sorge spontanea una riflessione.

Se uno dovesse andare in ospedale per un intervento chirurgico e gli ponessero la domanda: "Lei gradisce essere operato dal chirurgo o dal radiologo?", quale sarebbe la risposta?

Cordialmente

Carlo Cinelli

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georox

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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 12:42

Leo,

"Leo" ha scritto:
Grazie, Gianni, per avermi fatto osservare di non essere stato chiaro; e anche che non mi sono scusato per la lunghezza del post ....

Prego.

"Leo" ha scritto:
... scrivendo “è” invece di specificare che “deve anche tener conto del” - che si fa formazione perché essa è business. E questo non sembrerebbe negativo soltanto a me, da quanto ho letto nei vari post; e penso che tu ne convenga.

Sì, ne convengo, e credo che questo rischio ci sia.

Ma il "mercato", per fortuna, è spietato, qualsiasi sia il bene offerto. Se due competitori fanno formazione solo per business, e dei due uno la fa di qualità buona e l'altro la fa di qualità scadente, di lì a poco quest'ultimo soccombe.

Come vedi ho parlato solo di qualità, anche se, come precisavi tu, è solo il numeratore della frazione che ha il prezzo al denominatore . Questo perché la matematica qui si può applicare solo fino ad un certo punto. Nel senso che non vale la regola per cui se il prezzo (denominatore) tende a zero, il rapporto tende all'infinito.

Se uno propone formazione a prezzo bassissimo (e io sono tra questi con il mio nuovo corso online), ma poi la qualità fa schifo, di eventi ne organizza uno solo, poi chiude. È come se tu andassi al mercato con una bancarella di merda (scusate anche a me il francesismo) dicendo che la vendi a un centesimo al chilo .... non te la compra comunque nessuno.

"Leo" ha scritto:
.... si dovrebbe organizzare quella sorta di esame, che preferirei chiamare discussione come per le tesi di laurea, a cadenza quinquennale; siccome questo evento certificherebbe anche la formazione degli “esaminatori”, i costi risulterebbero contenuti. Addirittura si potrebbero mischiare i ruoli... come nei dibattiti che tanto spesso ho caldeggiato.

Caro Leo, la tua visione "accademica" (e, forse, "anarcoide", ma nel senso positivo del termine) è affascinante ma irrealizzabile ... sempre se vogliamo rimanere ancorati alla realtà.

Come dicevo in privato a te e Carlo, la realtà non è quella che noi vorremmo che fosse .... ma è quella che è.

Con uno Stato che arroga a sé l'autorità di decidere in materia di formazione professionale (D.PR. 137/2012), con gli Ordini Professionali che, recepito tale provvedimento legislativo (non potendo fare altrimenti), partoriscono tanto di regolamenti, linee guida, criteri di assegnazione dei crediti formativi .... tu parli di discussioni di tesi in cui, durante gli incontri, si invertono i ruoli tra esaminati ed esaminatori.

Preso atto di questa (ulteriore) irrealizzabilità, quello che condivido, ora che l'hai precisato, è la cadenza quinquennale dell'esame, perché si tratta di un lasso di tempo che effettivamente farebbe rientrare i costi a livelli accettabili. Sarebbe come rifare l'esame di maturità tecnica per Geometri ogni 5 anni. L'idea non è per niente male.

"Leo" ha scritto:
... la verifica della formazione, quand'anche non completamente assente in caso di seminari che ne sono privi, è comunque decisamente soggettiva. Chi può garantire che io, se chiamato a giudicare, sia realmente in grado di farlo?

Leo, l'impostazione non è in questi termini.

Attualmente gli Ordini Professionali danno facoltà a determinati soggetti di diventare "Soggetti Formatori" accreditandosi presso gli Ordini stessi. Ora, se io divento un Soggetto Formatore ed erogo un corso, sarò per forza io stesso a stabilire i criteri per giudicare se l'iscritto ha superato la verifica di apprendimento del corso stesso.

Se poi l'Ordine Professionale constaterà (magari su segnalazione degli stessi corsisti), che io non sono all'altezza, mi eliminerà dall'elenco dei "Soggetti Formatori" accreditati e io avrò chiuso la mia breve carriera di formatore.

"Leo" ha scritto:
L'impressione ricevuta dalla lettura degli interventi fin qui, che mi pare molto marcata, è che l'unica verifica sostanziale e oggettiva la faccia il lavoro stesso: posso vantare tutti i CF che voglio, ma se al Committente non riesco a dare soddisfazione ho fallito l'esame più serio. L'unico.

Tutto opinabile anche questo. Quando il Committente ti chiede di fargli passare un progetto che non avrebbe in sé i requisiti per passare, la sua soddisfazione è che tu glielo faccia passare, non che tu ti comporti con professionalità. In questi casi come la mettiamo? Organizziamo dei corsi di formazione sui 1000 modi per aggirare le norme urbanistico/edilizie?

Altro esempio, questa volta sulle riconfinazioni che è un tema a noi più caro. Te lo ricordi il caso di quel giovane geometra di Torino? Il suo committente era palesemente in torto nel rivendicare la fetta di terreno ai confinanti, ma qualche appiglio per averla vinta ce l'aveva. La sua "soddisfazione" era che il giovane geometra gli avesse portato a casa quella fetta di terreno, non che lui si comportasse in maniera professionale.

"Leo" ha scritto:
E non credo che rinuncerebbero affatto alla “vecchia” formazione che sceglieva liberamente gli eventi a cui partecipare

Sono d'accordo. Però allora devi scegliere: o formazione libera o formazione accreditata. Farle coesistere è un'altra utopia. Se uno deve maturare tot CF è evidente che darà la precedenza alla prima, lasciando all'eventuale tempo rimastogli la seconda.

Carlo,

"geocinel" ha scritto:
Meno male che oggi c'è pluralità di offerta, dalla piattaforma telematica al corso sul posto;

Esatto, e questo è un grande vantaggio. Se c'è pluralità la gente può scegliere il corso che ritiene più idoneo valutando e la qualità e il costo. Non ti va bene che ci sia questa possibilità di scelta?

"geocinel" ha scritto:
E chi se ne strafotte (scusate il francesismo) della qualità e del perché.
E chi se ne strafotte (ri-scusate il francesismo) di chi la fa.

Scusa, Carlo, ma chi la deve giudicare la qualità di un corso di formazione e di chi lo tiene ?

Tu ?

O gli stessi geometri che lo seguono ?

Se uno tiene un corso e chi lo segue lo trova una cagata (scusa anche tu il francesismo), questo soggetto di corsi non ne farà altri, semplicemente perché non troverà più nessuno che si iscrive.

Dov'è il problema ?

"geocinel" ha scritto:
Se uno dovesse andare in ospedale per un intervento chirurgico e gli ponessero la domanda: "Lei gradisce essere operato dal chirurgo o dal radiologo?", quale sarebbe la risposta?

Volevo dire io. Ci mancavano da un po' queste "parabole" sui mestieri, era dall'epoca del fornaio che non le facevi. Mi fa piacere vederti ritornato in forma

Ciao,

Gianni Rossi

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 19:13

Perché ti senti chiamato in causa quando faccio riferimento al radiologo?

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georox

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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 20:04

Assolutamente no.

Non seguo le "parabole", mi interessano i fatti.

E su quelli vedo che fai fatica a rispondere.

Ciao,

Gianni Rossi

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geocinel
Carlo Cinelli
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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 20:20

E quali sono i fatti?

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Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
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 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 21:27

Parbleu! Je ne suis pas à votre niveau, mes amis!

Però, Gianni, questa mia mancanza riguarda solo i francesismi. Infatti non mi pare proprio credibile il punto centrale del tuo discorso: il "mercato libero" è spietato; ma quello drogato dall'obbligo non lo è.
E questo fa crollare la tua lunga disquisizione orientata al pessimismo, soprattutto aggiungendo che non c'è alcuna garanzia che un Consiglio Nazionale vigili realmente sulla qualità dei formatori.

Parafrasando il buon Cinelli (è una parafrasi, e perciò non lo impegna direttamente) io preferisco il formatore Pier Domenico Tani non accreditato dal CNG a Leonardo Gualandi accreditato.

Ma mi spieghi perché non ritieni interessante l'idea di aumentare la varietà di proposte? Dico interessante, perché se è realizzabile o meno si dovrebbe verificare sul campo.

Leonardo

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geocinel
Carlo Cinelli
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Lamporecchio (PT) - geocinel@tin.it

 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2015 alle ore 23:10

E i fatti dove sono?

Provo io a parlarne un po'?

I fatti sono che oggi può fare formazione qualunque presentatore si ritenga idoneo a farla.

Mi ricordo sempre al corso di public speaking tenuto a Roma e per Agit da Pino Mangione quando lui ebbe a dire che Pippo Baudo sarebbe stato più efficace come relatore del più esperto della materia.

Io ovviamente dissentii anche perchè credevo che questo fosse un paradosso inaccettabile, ma lui invece convintamente mi disse che sbagliavo.

E devo dire che quegli scenari si vanno compiendo.

Prendiamo ad esempio le riconfinazioni.

Oggi in questa materia la formazione viene fatta anche da persone che non hanno mai fatto un confine, che non hanno mai piantato un picchetto, che non hanno mai fatto una verifica dello stato dei luoghi, che non sono mai state né al Catasto né alla Conservatoria dei Registri Immobiliari, che non hanno mai toccato la carta forte di una mappa di Impianto, che non vi hanno mai preso le coordinate con la lente e lo scalimetro Vittorio Martini, che non hanno mai fatto una ricerca sui vecchi atti di aggiornamento, che non hanno mai affrontato questioni di confini con avvocati e giudici, che non saprebbero riconoscere un termine da un fungo porcino, e via dicendo.

Parafrasando il politico del PD Adinolfi: A voi piace un mondo così? A me fa schifo un mondo così !!!

Nel mio mondo ideale la formazione dovrebbe essere una cosa SERIA e la sua credibilità non dovrebbe essere misurata dal mercato ma da una Commissione Scientifica che valuti e soprattutto tuteli chi la subisce.

Il mercato che ci ha portato ai disastri economici attuali è lo stesso di quello che nel settore catastale ha portato all'esecuzione dei Tipi di frazionamento e Mappali a 100€ + spese di presentazione, all'esecuzione di Docfa e Planimetrie a 50€. per ogni unità immobiliare.

A voi piace un mondo così? A me fa schifo un mondo così !!!

Questi sono i fatti.


Cordialmente

Carlo Cinelli

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georox

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 0 -  0 - Inviato: 04 Maggio 2015 alle ore 12:37

Eh Ragazzi, l'invidia è un gran brutta bestia.

Ma vediamo di far ordine lo stesso.

"geocinel" ha scritto:
I fatti sono che oggi può fare formazione qualunque presentatore si ritenga idoneo a farla.

Ripeto, chi è che può giudicare se uno è all'altezza, oppure è solo un presentatore?

Carlo Cinelli ?

Se a giudicare la bontà di un docente deve essere Carlo Cinelli, a me fa schifo un mondo così !!!

A me piace un mondo in cui chiunque possa mettersi in gioco e dove a giudicarlo siano gli stessi a cui costui propone qualcosa, in questo caso formazione.

"geocinel" ha scritto:
Mi ricordo sempre al corso di public speaking tenuto a Roma e per Agit da Pino Mangione quando lui ebbe a dire che Pippo Baudo sarebbe stato più efficace come relatore del più esperto della materia. Io ovviamente dissentii anche perchè credevo che questo fosse un paradosso inaccettabile, ma lui invece convintamente mi disse che sbagliavo. E devo dire che quegli scenari si vanno compiendo.

Io, come sai, dissento quanto te su quello che il suddetto insegna in materia di riconfinazioni. Però accetto tranquillamente che lui possa farlo, senza prendersi scomuniche. Saranno i geometri che assistono ai suoi corsi e a quelli di altri (inclusi i miei e i tuoi) a valutare chi è più all'altezza.

Dov'è il problema?

Per quanto riguarda l'elenco di presunte mancanze, se riferito a me (ma non credo ) ti rispondo quanto segue:

"geocinel" ha scritto:
Oggi in questa materia la formazione viene fatta anche da persone che non hanno mai fatto un confine,

Io invece qualche disputa di confini l'ho seguita con un mio caro amico geometra qui di Bassano, tale Antonio Signori, purtroppo ora scomparso, che, senza offesa, di esperienza sui confini ne aveva anche più di te. È lui che mi ha insegnato l'apertura a terra multipla con C.M.O.. Fosse stato per te, non l'avrei mai conosciuta questa tecnica. Tanto per dire che nemmeno tu possiedi tutto lo scibile in materia.

"geocinel" ha scritto:
che non hanno mai piantato un picchetto, che non hanno mai fatto una verifica dello stato dei luoghi,

Sempre se riferito a me, io qualche picchetto l'ho piantato, sia con il caro Antonio, sia con il geometra presso il quale appena diplomato ho svolto il tirocinio.

"geocinel" ha scritto:
che non sono mai state né al Catasto né alla Conservatoria dei Registri Immobiliari,

Io invece sia al Catasto di Vicenza che alla Conservatoria ci sono stato parecchie volte per il geometra presso cui lavoravo da giovane.

"geocinel" ha scritto:
che non hanno mai toccato la carta forte di una mappa di Impianto, che non vi hanno mai preso le coordinate con la lente e lo scalimetro Vittorio Martini,

Non so se lo scalimetro fosse proprio Vittorio Martini, ma a prelevare le coordinate dalle mappe d'impianto sono andato più di qualche volta da giovane con il geometra presso cui lavoravo e anche dopo nei tre anni in cui ho fatto il libero professionista iscritto al Collegio di Vicenza.

"geocinel" ha scritto:
che non hanno mai fatto una ricerca sui vecchi atti di aggiornamento, che non hanno mai affrontato questioni di confini con avvocati e giudici, e via dicendo.

Queste cose non le ho fatte direttamente, ma Antonio mi aggiornava su tutto in quelle cause in cui gli ho dato una mano.

Tuttavia, come ho sempre detto, la mia passione mi ha portato ben presto a prediligere gli aspetti di calcolo e quindi mi sono dedicato a quelli per tutto il resto della carriera.

E credo che tutti quelli che hanno assistito ai miei seminari possano confermare che mi sono sempre limitato a quegli aspetti, sui quali, senza falsa modestia, penso di avere adeguata competenza.

Anche con il corso online che mi accingo a fare sono stato molto chiaro. I temi trattati sono ben definiti nel programma e sono tutti legati alle procedure risolutive. E all'inizio della prima lezione, al punto "Obiettivi del corso" spiegherò bene i temi che il corso copre e quelli che non copre. Tra questi ultimi c'è tutta la parte legale e di rapporti tra le parti e anche quello della ricerca dei documenti.

Chi gli interessa questo corso, pur con la mancanza di questi contenuti, si iscrive, altrimenti fa a meno e, semmai, si iscrive a tuoi. O meglio ancora, si iscrive sia al mio corso che ai tuoi.

Dov'è il problema?

Eh Ragazzi, l'invidia è veramente un gran brutta bestia.

Ciao,

Gianni Rossi

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