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FINE DEL..... "Fine di lucro" ? |

alex79
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23 Maggio 2013 alle ore 10:05
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Salve, come si evince dal simpatico titolo volevo mettere a conoscenza di tutti che a quanto pare, in conformità alla circolare 4/2006 la discriminante per la scelta della categoria tra ordinaria o speciale non è più il fine di lucro, ma il principio dell’ordinarietà. Dico questo perché a seguito di una semplice variazione per modifiche interne di una Casa di riposo effettuata a marzo 2015 mi è appena giunto un accertamento per modifica del classamento con variazione di categoria da B1 a D4. Convinto di procedere in autotutela forte della finalità senza fine di lucro dell’Ente, anche esplicitamente indicato sul proprio Statuto, mi sono dovuto ricredere a seguito di preeliminare colloquio col Direttore dell’Ufficio il quale sulla base della circolare 4/2006 ha confermato appunto che il fine di lucro non è più la discriminante per la scelta della categoria ma tutto si basa sul principio dell’Ordinarietà. Se questo è confermato si possono immaginare gli effetti devastanti per tutti gli immobili adibiti a Case di cura, Osedali ecc…in termini di tassazione, poiché prendendo in esempio il mio caso con una rendita di 35.000€ in cat. B2 si passa ad una di 350.000 in D4…10 volte tanto!! Io, per “sdrammatizzare”, visto che l’Ente ha diverse proprietà in diversi Comuni e Provincie, tutti censiti nelle categorie B e le piccole variazioni sono all’Ordine del giorno, ho fatto presente al Direttore che a questo punto non procederò più a nessuna variazione catastale, in maniera tale da non ricadere nell’Accertamento e nel cambio di classe. Si è messo a ridere.. ma l’Ente piangerà! Si salvi chi può..
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alex79
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23 Maggio 2013 alle ore 10:05
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Nessuno è capitato in questo caso? O vuole intervenire con proprie considerazioni?
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SIMBA4
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28 Agosto 2015 alle ore 16:02
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"alex79" ha scritto:
Si salvi chi può.. Salve condivido, per il momento non sono in grado di rispondere, sto affrontanto proprio ora una variazione per ampliamento su una B2 (casa di cura centro igene mentale senza fine di lucro). Logico che l'esito della pratica c'è l'avrò fra qualche mese e poi la conferma o smentita della rendita proposta entro un anno. Speriamo che il mio ufficio provinciale non ragioni come il tuo. Saluti cordiali
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alex79
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23 Maggio 2013 alle ore 10:05
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Salve Simba, il problema non è come ragiona il mio Ufficio rispetto ad un altro, ma è proprio la circolare 4/2016 che se letta bene (cosa che io non avevo fatto fino a questo momento) conferma proprio la modalità di interpretazione e operato del mio Ufficio che dovrebbe essere così per tutti. Ci tenevo a sapere se si fosse già trovato qualcun altro in questa situazione o sfortunatamente sono la prima cavia. Facci comnque sapere se riesci ad uscirne miracolato. Saluti
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SIMBA4
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Ciao alex a mio avviso dovresti verificare come hanno determinato la rendita del D4 sulla base di quali valori e tenendo in considerazione anche gli scorpori previsti dalla circ. 2/2016. Ci scommetterei che hanno fatto tutto a tavolino, come spesso fanno. Sarebbe interessante sapere tutti i risvolti della tua casistica, anche per il solo fatto di creare un precedente. Quello che posso dirti, ad aggiunta di quanto sopra al mio intervento precedente, è che un mio collega ha recentemente eseguito variazione su una casa di riposo proponendo sempre la stessa categoria. La pratica è stata accettata, però l'esito assoluto positivo si avrà quando accerteranno il classamento ai sensi del d.m. 701. Saluti, Stefano
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alex79
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23 Maggio 2013 alle ore 10:05
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Ciao Simba, ti posso confermare che hanno fatto tutto a tavolino ma che hanno specificato bene il tutto. Nell’accertamento è indicato che non hanno proceduto al sopralluogo ed hanno operato applicando il metodo di Approcio di Costo di cui alla circ. 6/2012, utilizzando le superfici indicate nella dichiarazione Docfa. Il tutto è stato effettuato tramite un procedimento di calcolo in excell, sempre sulla base della circ. 6/2012, allegato all’accertamento. Tale programmino di calcolo, redatto dalla mia Agenzia, devo dire che è fatto molto bene e ci era già stato trasmesso dal nostro Collegio. L’unica cosa che non mi convince è il criterio secondo il quale hanno determinato i costi unitari. Hanno fatto tutto a corpo per quanto riguarda la struttura, utilizzando la superficie catastale rinvenuta nella mia dichiarazione Docfa ed utilizzando un costo unitario preso da “Prezzi e Tipologie edilizie del Collegio degli Ingegneri e architetti di Milano – Edizione del 2012” riportato al biennio 88-89 tramite gli indici ISTAT. Lo stesso criterio è stato utilizzato per l’area esterna. E’ stato calcolato il Costo di produzione (costo strutture + costo sistemazione area pertinenziale + valore lotto + Spese tecniche + oneri urbanizzazione + oneri finanziari), e il profitto normale promotore immobiliare. La somma di questi 2 valori da il Valore di mercato che moltiplicato per il saggio 2% fornisce la rendita catastale. Per quanto riguarda l'esito del tuo collega, dovrà aspettare sicuramnete l'anno perchè a me è giunto proprio a 3 giorni prima della scadenza. Saluti Alessandro
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bioffa69
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Per curiosità, cosa hai fatto, hai provato il ricorso in commissione, mi è capitata la stessa cosa e adesso i clienti stanno pensando cosa fare. Saluti
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topogeo
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[quote="bioffa69"]Per curiosità, cosa hai fatto, hai provato il ricorso in commissione, mi è capitata la stessa cosa e adesso i clienti stanno pensando cosa fare. Attenzione ai ricorsi in Commissione Tributaria. Per catergorie rendite D ne avevo già fatti in passato ..sempre però conciliati (transati) prima di arrivare in giudizio. Il Direttore considerava una sconfitta per l' Ufficio andare davanti ai giudici tributari. L' ultimo ricorso ( rendita di un D/8 che passava da 36.000 e 46.000) ha vauto una storia ben diversa. Ricorso presentato maggio 2015, quindi con vecchia procedura che non implicava l' obbligo di tentativo di conciliazione in prima fase. D solito a Cuneo, l' udienza veniva fissata entro 6-7 mesi ,.. questa volta a luglio 2017. Ho provato a sentire l' Ufficio per eventuale transazione , proponendo la salomonica soluzione del 50% . NOn e' stata presa in considerazione ( ..le altre volte ..si ..) In Udienza, i giudici ( un magistrato e due avvocati) capendo che ..non ci capivano niente di stime ..hanno rinviato ..invitado le parti ad una transazione. La cosa e' stata fatta ma la proposta dell' Agenzia è stata di 43.800 accompagnata dall' avvertenza : " qualunque sia la motivazione se la sentenza in primo grado è favorevole al contribuente, abbiamo disposizioni di andare in appello e visto al' ammonate anche oltre ( in Cassazione addirittura !". Per l' Ufficio e' facile: ci sono funzionari li apposta ..per il povero contribuente invece Di fronte a questa prospettiva .. il cliente ha preferito ( giustamente) accettare . Le differenze di valore erano dovute al fatto che la mia stima si basava sui costi effettivi ( documentati da fatture) riportati al 1988/89 coi coef Istat. L' Ufficio utilizza il suo prezziario ( ..e hanno gia' scelto voci di minor costo ). Si divergeva anche dal valore dell' area : noi utilizzevamo quello dell' atto di acquistio ( ove però il terreno era agricolo ma noi avevamo inserito nella stima dell' immbile tutte le opere realizzate per renderlo edificabile nonchè gli oneri urbanistici ) , L' Ufficio utilizzava prezzi "medi" di area artigianale. Quindi eranano due stime entrambe sensate .. Da quando il Catasto e' passato sotto Agenzia Entrate ( e i Direttori da lì arrivano) le cose sono cambiate : lo spirito "tecnico" di prima e' stato sostituito da quello di "gabellieri" proprio dell' AdE ... La conclusione e' che se prima fare ricorso era un' azzardo ma si poteva tentare ..ora ,,almeno a Cuneo ..e' sconfitta quasi certa ( ..a meno di avre un cliente che sia disposto a lottare ..) Piercarlo
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alex79
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"bioffa69" ha scritto: Per curiosità, cosa hai fatto, hai provato il ricorso in commissione, mi è capitata la stessa cosa e adesso i clienti stanno pensando cosa fare. Saluti Ciao Fabio, ti confermo che in quell’occasione non ho provato a fare il ricorso in quanto, come detto nei post precedenti, a seguito di una più attenta lettura della circolare 4/2016 mi sono convinto che l’interpretazione dell’Ufficio rispetto alla norma era corretta. Quindi, pur non condividendo tale disposizione, non ho voluto proprorre ricorso in quanto, sulla base di quanto sopra, non sarei riuscito a giustificarlo e a portarlo avanti con elementi e motivazioni valide. A queste condizioni, secondo il mio punto di vista, è palese che era perso in partenza. Non so se il tuo caso possa essere assimilato al mio e pertanto non è detto che tu ti ritrova nella stessa condizione.. Saluti Alessandro
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bioffa69
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Grazie Alessandro e Piercarlo, sicuramente non procederò io al ricorso, forse lo farà il cliente, supportato al massimo dal loro commercialista o esperto del settore. Io più che aver avvisato del rischio (l'anno scorso gli era stata fornita anche copia della presente discussione), aver giustificato più volte in relazione che si confermava la cat. B/1, già attribuita in banca dati, ed aver allegato il loro statuto non potevo fare. Ma come sempre il geometra che fa catasto è preso sotto gamba, superficialmente, e quello che dice, visto che fa catasto, non è poi così attendibile,....dico questo perchè alla luce della notifica il cliente ha cercato di attribuirmi delle colpe, ma dato che dal punto di vista tecnico non c'è niente da eccepire, che era stato più volte avvisato e che di fatto io sono stato chiamato per accatastare quello che la prop. aveva deciso di costruire (preciso che io ho fatto solo il catasto, non faccio progettazione), non capisco proprio che colpa avrei potuto avere,....va beh portiamo pazienza e mandiamo giù questo boccone amaro della poca se non nulla riconoscenza per il lavoro professionale eseguito. Saluti e grazie a tutti Fabio
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