Accedi al portale - Non fai parte della nostra community? Registrati è gratis!
GeoLIVE
4/11/2023 18:28 - Il rollout degli aggiornamenti relativi alla moderazione è ancora in corso, e durerà fino alle 22:30 di lunedi, ci potranno essere sporadici disservizi nel corso della giornata.


 
/ Forum / PREGEO e DOCFA / GEOREFERENZIAZIONI / Mappe a perimetro aperto non parametrate
Forum

Parole da cercare:
Cerca su:

SEGUI ARGOMENTO

Autore Mappe a perimetro aperto non parametrate

georox

Iscritto il:
14 Marzo 2008

Messaggi:
1821

Località

 0 -  0 - Inviato: 02 Maggio 2010 alle ore 17:11

Ciao a tutti,

sono giusto di ritorno dal convegno di Milano (Consulta Regionale Geometri Lombardi) sul RICONFINAMENTO E LA CARTOGRAFIA DI RIFERIMENTO, dove ho riscontrato un notevole interesse sulla georeferenziazione delle mappe Teresiane del catasto pre-unitario, non prametrate e a perimetro aperto, mappe che interessano zone molto vaste delle Province Lombarde.

Durante il mio intervento ho cercato di illustrare la mia opinione in merito e come l’ho implementata sul software Geomap. Tuttavia, gli ovvi limiti di tempo scanditi dal convegno, mi hanno costretto a sintetizzarla in pochissimi minuti alla fine della mia esposizione e probabilmente non sono stato sufficientemente esauriente. Desidero quindi approfittare di questo nuovo forum per cercare di riepilogare il mio pensiero sull’argomento.

Rimanendo per un attimo alle mappe parametrate, voglio innanzi tutto sgombrare il campo da un possibile equivoco: la georeferenziazione catastale di cui alla direttiva AdT del Maggio 2008 non è idonea per le riconfinazioni, né per altri lavori analoghi di ricostruzione di linee di mappa. Dico questo perché questo metodo (pur presente in Geomap) ha lo scopo di georeferenziare un intero foglio di mappa, calcolando gli scarti sui crocicchi utilizzati (minimo 9), ma non esegue nessuna rettifica delle deformazioni. Il che significa che la mappa era deformata prima della georeferenziazione e rimane deformata anche dopo.

Ma torniamo alle mappe a perimetro aperto non parametrate.

Fino a prima del convegno di Milano, avevo implementato nel software gli algoritmi classici dell’Omografia e del Rubber-Sheeting. Tuttavia, più ci pensavo e meno mi convincevo che fossero effettivamente i più idonei a questo tipo di mappe. Spiego il perché.

L’Omografia non mi sembra ideale perché considera la mappa come una proiezione prospettica del terreno. Ma questo presuppone una deformazione uniforme (prospettiva) che, invece, non è certo quello che si verifica nelle mappe catastali, anzi.

Il Rubber-Sheeting pure non mi sembra ottimale perché è stato studiato per un adattamento su una maglia regolare di punti noti nella quale alcuni punti del raster deformato vengono spostati di molto, altri punti vengono spostati di poco, ed altri ancora non vengono spostati per niente. Ma questa non è la situazione che si ha con le mappe in questione, dove è necessario, giocoforza, georeferenziare il raster sulla base di un rilievo effettivo di punti. In questo caso, infatti, i punti non formano una griglia regolare ma possono solo essere uniti in triangoli (tramite opportuno algoritmo) che sono per forza irregolari e i cui punti interni devono subire una rettifica omogenea e non differenziata.

Sulla base di queste considerazioni e grazie al contributo di alcuni esperti colleghi (Leonardo Gualandi in particolare), ho quindi studiato ed implementato quella che ho chiamato georeferenziazione "Trilaterale" (sperando che il nome possa dare l'idea). Di cosa si tratta? Di una georeferenziazione che calcola la deformazione di ciascun triangolo del raster originario e ne ri-mappa conseguentemente i punti interni sul sistema rilievo (a Milano ho illustrato il tutto con una animazione al computer, che non riesco a riprodurre qui).

In pratica, l’algoritmo ricalca quello utilizzato nella georeferenziazione Parametrica che il software propone per le mappe parametrate, con la differenza che, anziché agire sui pseudo-quadrati di mappa, agisce sui triangoli.

Tra l’altro, visto che Geomap permette di calcolare per la stessa mappa le 6 georeferenziazioni previste (Catastale, Baricentrica, Parametrica, Omografica, Elastica (Rubber-Sheeting) e Trilaterale), ho confrontato i risultati della Parametrica e della Trilaterale su una mappa parametrata nella quale ho considerato alcuni quadrati parametrici (che ovviamente diventano dei triangoli semplicemente tracciandone le diagonali). Ebbene, ho rilevato differenze sempre inferiori al centimetro e questo mi conforta molto nel ritenere il metodo Trilaterale come la corretta alternativa per le mappe non parametrate.

Certo, come già emerso in una precedente discussione su questo forum, si potrebbe rilevare che questo algoritmo considera una separazione netta della deformazione di un triangolo rispetto alla deformazione di quello adiacente; così come avviene nei quadrati della Parametrica. È un punto sul quale discuto da tempo con gli appassionati in materia che ho la fortuna di incontrare. Alcuni dicono che tale separazione è corretta, considerato che i punti di riferimento (crocicchi dei quadrati parametrici e, ora, i vertici dei triangoli) sono “discreti”, vale a dire che “quelli sono e quelli restano” e che, come tali, è giusto azzerare gli scarti sui medesimi. Altri dicono che invece occorrerebbe introdurre una “continuità di deformazione”.

A dirla tutta, questa “continuità di deformazione” è presente nelle georeferenziazioni Omografica e Rubber-Sheeting di Geomap perché questi due calcoli agiscono su quadrilateri (gli algoritmi necessitano di 4 punti nei due sistemi di riferimento) che il programma genera per sovrapposizione di triangoli, mediandone i risultati (ogni triangolo viene a far parte di più quadrilateri, fino ad un massimo di 3). Ma come dicevo, queste due georeferenziazioni non sono, secondo me, ottimali per le mappe in questione.

Siccome il principio che mi ispira è quello di creare un software “opzionale”, che permetta cioè all’utilizzatore di adottare la soluzione da lui stesso ritenuta migliore, sto lavorando per applicare il concetto di “continuità di deformazione” anche sulla Parametrica e Trilaterale, rendendolo per l'appunto opzionale. Sempre ammesso che i risultati cambino di entità significative, altrimenti, come dice Carlo Cinelli, stiamo parlando di lana caprina.

Buon lavoro,

Gianni Rossi
Tecnobit S.r.l.

Devi essere un utente registrato per rispondere a questo messaggio
 
 

 

Autore Risposta

Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
(GURU)

Iscritto il:
30 Agosto 2003

Messaggi:
998

Località
Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 02 Maggio 2010 alle ore 18:30

Ciao, Gianni.

Che si possa trattare di lana caprina non lo metto in dubbio. Ma la cosa è tale solo in una (buona) parte dei casi.
Infatti le differenze sono contenute soltanto laddove le deformazioni da correggere sono modeste. Ma disponendo di mappe molto deformate le differenze crescono.

È comunque lana caprina, perché quella che ho chiamato deformazione della mappa è invero un insieme di "problemi" della stessa, che vanno da errori di rilevamento e di restituzione a deformazioni vere e proprie intervenute successivamente alla produzione. Ma è facile verificare, mettendo mano a fogli molto difformi dalla realtà rilevata, che al crescere delle differenze diviene quasi sempre impossibile stimare concretamente quali siano (e se vi siano) i punti di riferimento attendibili.

Motivo per cui nella riconfinazione è sempre bene che i consulenti tecnici e legali non perdano di vista le possibilità di accordi. Da un vecchio corso che feci sulla Conciliazione Mediata, ho ben chiaro che il termine "accordi" non deve sempre interessare una nuova posizione del confine: anche la Storia insegna che alcuni problemi territoriali si risolvevano con... sapienti matrimoni!

Ma tornando al tema, gli accordi devono sempre essere suggeriti dalle risultanze di un preciso esame tecnico, e non dall'incapacità di effettuarlo. Quindi le questioni di lana caprina possono aver rilevanza in parecchi casi: quelli in cui, seguendo le massime che Carlo Cinelli espone nelle sue presentazioni, rischieremmo che qualcun altro potesse poi sostenere di aver usato metodi migliori, e quei metodi dessero risultati piuttosto diversi!

A questo fine, scusandomi per essermi dilungato, concludo chiarendo che ritengo prevalente la teoria che vuole che si azzerino necessariamente gli scarti sui punti noti, perché non vedo il senso, per un eventuale confine che vi passasse, di introdurre proprio in quei punti delle discontinuità.

Per questo motivo (e qui profondo lana caprina a piene mani!) dopo la georeferenziazione Parametrica, a cui assegnerei il compito di aiuto per l'individuazione dei punti di riferimento validi, eseguirei comunque la Trilaterale che azzeri gli scarti su quei punti.

Ogni tentativo di ridurre le discontinuità di deformazione è ben accetto, ma diventa secondario rispetto a quanto sopra.

E se si tratti anche qui di lana caprina non può certo essere discusso in termini generali, ma soltanto verificando le variazioni nei singoli casi concreti; quindi sarà oro disporre delle opzioni nel software.

Buon lavoro (soprattutto a te, Gianni!)

Leonardo

Devi essere un utente registrato per rispondere a questo messaggio
 
 

utente

(GURU)

Iscritto il:
01 Settembre 2006

Messaggi:
642

Località

 0 -  0 - Inviato: 02 Maggio 2010 alle ore 21:58

salve a tutti.

mi inserisco brevemente in questo post interessantissimo per due motivi principali, senza nulla voler togliere al contenuto.

ho avuto l'informazione del convegno solo giovedi' pomeriggio ma per motivi contingentali non sono riuscito a presenziare.

dal contenuto postato mi dispiace profondamente non avervi partecipato.

il primo richiamo e' sul concetto continuamente usato della georeferenzazione.

e questo non e' una discussione di lana caprina.

deve essere usato come concetto quella della calibrazione.

altrimenti vengono date informazioni non corrette, tanto meno tecniche.

la materia della calibrazione della mappa, riporto i metodi citati, Catastale, Baricentrica, Parametrica, Omografica, Elastica Ribber-Sheeting e Trilaterale, e' molto vasta e presenta delle teorie ognuna fine a se stessa.

chi mi dice che nello specifico dei casi la calibrazione catastale e' peggiore rispetto alla Ribber-Sheeting o alla trilaterale?

delle convinzioni.

poi potremmo disquisire fino a ...........

quando si parla di deformazioni della mappa, perche' comunque di questo parliamo, mi trovo a disagio.

chi puo' sostenere, mediante la verita', che una deformazione e' migliore rispetto a quell'altra?

ogni caso va' da se e ogni caso deve essere studiato............

l'unica cosa su cui mi sento di esprimermi e' la richiesta di un ente super partes che studi ed enunci regole condivisibili.

spero di aver portato elementi utili all'approfondimento dell'argomento che per la sua vastita' presenta innumerevoli sfaccettature.

saluti

Devi essere un utente registrato per rispondere a questo messaggio
 
 

Leo
Leonardo Gualandi (leometra@gmail.com)
» ACCOUNT NON PIU' ATTIVO
(GURU)

Iscritto il:
30 Agosto 2003

Messaggi:
998

Località
Castel del Rio

 0 -  0 - Inviato: 03 Maggio 2010 alle ore 06:58

Ahhhh!
Orrore!

Ho letto quello che non avrei voluto dover leggere. "l'unica cosa su cui mi sento di esprimermi e' la richiesta di un ente super partes che studi ed enunci regole condivisibili."

:wink:

Utente Gabriele, ti faccio notare che ciò cozza inevitabilmente con quanto hai pure tu detto riguardo all'importanza di trattare adeguatamente i singoli casi.
Chissà perché, ma ci vedo un'analogia neppure troppo sfumata con il tentativo di codificare l'approvazione automatica degli atti di aggiornamento...

Ma nel secondo caso i danni per il Committente sono incomparabilmente minori! In un Frazionamento (che è il documento di gran lunga più importante per il Privato) i tentativi di approvazione automatica incidono solo sulla dannazione del Professionista e quini al massimo sui costi. Ma nella ricerca di un confine, sottoporsi a una "regola" imposta "dall'alto" rischia di defraudare almeno una delle due Parti.

Note le implicazioni socio-emotive che una vicenda di confini ha sull'intera comunità rurale dove spesso si svolge, trovo semplicemente disumano assoggettarla ad imposizioni improponibili.

Detto questo, sono d'accordo sul concetto di "calibrazione" in luogo della "georeferenziazione" anche perché quest'ultimo termine mi è sempre risultato antipaticissimo per l'illusione di definitiva perfezione a cui allude. Rilevo però che nel caso specifico un po' di sensazione di sicurezza non guasterebbe.

Ok pure sul fatto che la scelta fra uno e l'altro sistema possa derivare da convinzioni; ma ci sono convinzioni che sono condivisibili in modo pressoché oggettivo, ed altre che sono parimenti NON condivisibili.

Ad esempio, che l'omografia sia un'ottima trasformazione per correggere deformazioni prospettiche è una "convinzione" che deriva dal concetto stesso di omografia. E che la mappa NON sia deformata per effetti di prospettiva è una convinzione che mi pare ovvia. Ne deriva la "convinzione" che l'omografia NON sia adatta per la correzione delle deformazioni di mappa.

D'altra parte anche la convinzione che ci siano deformazioni nella mappa mi pare abbastanza oggettiva: altrimenti non troveremmo scarti significativi sui punti di appoggio.
Quindi un procedimento bisogna pur sceglierlo, laddove manchi ogni altro elemento di riscontro del confine.

Credo che la scelta del procedimento dia i risultati migliori quando annulla gli scarti sui punti di appoggio. Infatti se un confine origina proprio da uno di quei punti (caso particolare, ma che non deve costituire motivo per un trattamento diverso del problema!) la sua ricostruzione non deve seguire un procedimento generale per n-1 punti per poi costringermi ad abbandonare il procedimento per quel singolo punto, pena l'accettazione per esso di uno scarto ingiustificato.

Quindi, per correggere le deformazioni, calibrazione Trilaterale ad ogni costo, anche se soltanto come ultimo passaggio dopo affinamenti precedenti.

Leonardo

Devi essere un utente registrato per rispondere a questo messaggio
 
 

 

Parole da cercare:
Cerca su:


 
Ultime guide:
SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI (di geoalfa del 17/04/2024 08:07:41)
LOCALE DI SGOMBERO (C2) (di geoalfa del 11/04/2024 08:31:11)
INVIM imposta sull' incremeto del valore aggiuto (di geoalfa del 02/04/2024 08:26:37)
In merito alla data ultimazione lavori nelle pratiche DOCFA. (di geoalfa del 23/03/2024 07:45:06)

 
Ricerca moderatori per il forum:

Nell'ottica di migliorare la qualità dei post e ridurre i "flame", cerchiamo volontari per moderare uno o più forum di GeoLIVE, se siete interessati consultate direttamente il seguente post:

Grazie


 
Convertitore da PDF a libretto DAT:

Servizio gratuito che abbiamo realizzato per estrarre il libretto presente nel PDF rilasciato da SISTER e salvarlo come semplice file DAT da importare direttamente su PREGEO.

 


 
SOLIDARIETA':

 Donare non aiuta...SALVA!

Visita il sito dell'AVIS (www.avis.it) per maggiori informazioni.


 
Il nostro visualizzatore delle mappe catastali:

Ultimi sondaggi

 
Amici:

Analist Group

Analist Group è un’azienda leader nello sviluppo di software per il mondo dell'edilizia e non solo. Da decenni al fianco di professionisti per offrire soluzioni innovative e supporto costante.

» Consulta l'elenco di tutti i nostri amici «

© 2003-2023 Ezio Milazzo e Antonino S. Cutri'
(Crediti)
HOME  |   FORUM  |   NEWS  |   EVENTI  |   FAQ  |   GLOSSARIO  |   GUIDE
RECENSIONI  |   NORMATIVA CATASTALE  |   ALTRE NORMATIVE  |   DOCUMENTI  |   DOWNLOADS
LINKS  |   BLOG
Chi siamo -  Contatti -  Informazioni legali -  Termini di utilizzo -  Proprietà intellettuale -  Privacy -  Informativa sui cookie