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Autore scarti quadratici medi

geoalfa
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Inviato: 25 Dicembre 2007 alle ore 11:04

scarti quadratici medi

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come si possono abbassare i valori degli sqm su pregeo?
ossia ho elaborato un libretto ed avevo 2 PF e un ausiliario e sono stati tutti iper determinati ... però ho degli s.q.m. alti..

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Nella misura di una grandezza fisica, lo s.q.m. ha un doppio significato: da un lato rappresenta la precisione raggiunta, dall'altro, invece, è indice del più probabile errore commesso nella stima della grandezza misurata.
Pertanto, la presenza di valori elevati di s.q.m. è sintomatico di una non omogeneità (misure non concorrenti) del campione stimato.
E' vero che non può esistere norma che fissa, in qualche modo, detti valori, atteso che essi vengono influenzati da fattori estrinseci ( Attendibilità della rete di appoggio, capacità tecnica dell'operatore, ecc.) e da fattori intrinseci ( tipo di strumentazione utilizzata, geometria e conformazione dello "schema del rilievo", ecc.), ma è pur vero che in presenza di s.q.m. elevati, deve essere - in prima persona - il tecnico redattore a preoccuparsi, a causa di eventuali errori commessi in campagna.
Faccio un esempio:
se per ipotesi nella misurazione della distanza tra due vertici di stazione (100 e 200) commetto un errore di 1,00 metri, tra la lettura in andata e la stessa effettuata al ritorno, errore che può essere anche di semplice trascrizione e/o di imputazione del dato, vedrò "inesorabilmente" aumentare lo s.q.m., che non sarà affatto contenuto - con valori cioè ordinari - ma piuttosto elevati a qualche decimetro.
E questo deve semplicemente attirare l'attenzione del tecnico perché, forse, sta semplicemente fornendo dei dati sballati!

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Nel precedente intervento, aperto da un giovane professionista alle prime armi, ho sostenuto che ignoravo la norma che imponeva all’ufficio di sospendere il T.F. a causa di s.q.m. elevati.
Con l’occasione ho invitato i partecipanti al Forum a renderla nota.
Sarà perché l’argomento era noioso, sarà perché la norma in parola non era a portata di mano, sarà che non esiste ( forse ), fatto è che è intervenuto soltanto Gigi R., con un ineccepibile intervento tecnico molto circostanziato che non si può non condividere e che qui riassumo, ha sostenuto che:
“… ma è pur vero che in presenza di s.q.m. elevati, deve essere - in prima persona - il tecnico redattore a preoccuparsi, a causa di eventuali errori commessi in campagna….”
A mio avviso Gigi R. ha fatto pieno centro.
Io aggiungo che non deve essere l’ufficio a sospendere i tipi ( tra l'altro senza citare la norma .... ) ma è il professionista a doversi preoccupare …
Prendo spunto questo scambio di idee e, ad esclusivo uso e consumo di qualche giovanissimo all’inizio della professione, trascrivo alcuni stralci di norme che riferiscono sulla responsabilità del professionista.
Tali responsabilità, a mio avviso, sono aumentate a dismisura con l’avvento di Pregeo 8, ovvero della procedura con la quale è lo stesso professionista ad aggiornare direttamente le basi geometrico-censuarie dell’archivio catastale.
Dunque, riflettete, giovani professionisti, riflettete.....
Tratto dalla Circolare n. 2 del 15.1.1987
La legge 01.10.1969, n. 679, e il D.P.R. n. 650 del 26.10.1972 hanno introdotto un nuovo modo di disciplinare la normativa dei frazionamenti catastali perseguendo inoltre obiettivi di fondo sostanzialmente innovativi di tre tipi:
1)......
2) ......
3) instaurare un rapporto nuovo con l'utenza coinvolgendola nella gestione dell'Istituto.
L'obiettivo di cui al punto 3 può considerarsi definitivamente raggiunto:
• per la categoria dei tecnici professionisti esterni con il D.P.R. n. 650/72 in virtù dei seguenti articoli:
1. art. 1 ultimo comma in base al quale i tipi di frazionamento e i tipi particellari vengono assoggettati alla consultazione del pubblico ed al rilascio delle copie alla stregua degli atti ufficiali del Catasto ricevendo cosi il crisma di documentazione ufficiale;
2. art. 5, art. 6 che disciplinano i frazionamenti, con speciale riguardo all'ultimo comma dell'ari 5 ove si vincolano i rogiti, per quanto concerne le indicazioni metriche, alle risultanze delle misurazioni che non possono essere in ogni caso in contrasto con quelle espressamente indicate nel tipo di frazionamento o sul disegno ad esso allegato.
In base alla normativa appena descritta il tecnico professionista diventa partecipe, in prima persona, dell'aggiornamento del Catasto ed il suo elaborato, di cui è tenuto civilmente responsabile, in seguito alla verifica di corretta redazione secondo le buone norme tecniche, viene riconosciuto come un atto del Catasto a tutti gli effetti, configurando in tal modo, nell'Istituto catastale, un organismo che riceva ed archivi i documenti di aggiornamento redatti dagli altri.

Tratto dalla Circolare n. 2 del 26.2.1988:
Pertanto i contenuti geometrici degli atti di aggiornamento dovranno essere gestiti, attraverso opportuni archivi magnetici, in modo da raggiungere i seguenti scopi fondamentali:
la definizione più completa della professionalità e delle responsabilità del tecnico redattore del documento di aggiornamento in relazione al fatto che gli elementi metrici in esso contenuti vengono trasformati e conservati sotto forma di coordinate calcolate esclusivamente in funzione di un punto scelto come origine locale e di una direzione scelta per l'orientamento.
Gli atti di aggiornamento - e particolarmente i tipi di frazionamento - consentono di configurare nel professionista il responsabile di fronte all'Ufficiale rogante, alle parti ed al Catasto dell'individuazione fisica dell'immobile oggetto del trasferimento.
A tal fine assume particolare rilevanza la professionalità dell'utenza tecnica esterna alla quale deve essere richiesta capacità di impostare metodi e misure, scrupolo nell'effettuarle, tenacia ed acutezza nel ricercare conferme con misure di controllo, diligenza nella esposizione degli schemi di rilievo e calcolo, chiarezza e compiutezza di informazioni, in guisa che le risultanze possano essere acquisite con significativa validità dal Catasto e dall'ulteriore utenza esterna.
………………………………………………….
Relazione tecnica:
nella quale devono essere motivate le difficoltà che hanno determinato l’impossibilità di soddisfare integralmente le disposizioni impartite con la presente circolare (per esempio: impossibilità di osservazione di un punto fiduciale;
artifici utilizzati per la determinazione di osservazioni indirette del rilievo;
impossibilità del rilievo dell’intero contorno dell’oggetto perché non materializzato, ecc.)
Qualora non vi siano informazioni da riportare nella suddetta relazione, la stessa deve essere presentata con l’annotazione:
“Nessuna osservazione particolare da segnalare”.

**********
Tratto dalla Circolare n. 11 del 24.12.1988:
Nei casi in cui si eccedono tali tolleranze il tipo dovrà redigersi sulla base di quanto disposto dalla vigente normativa e più specificatamente in relazione a quanto stabilito nel comma 5, art. 6 del D.P.R. 650/72.
In particolare la relazione tecnica dovrà giustificare le anomalie riscontrate fra situazioni di fatto, di diritto e/o catastali.
Sulla base delle indagini esperite e dei documenti tecnici o giuridici consultati a supporto della situazione di fatto riscontrata, il tecnico professionista redattore del tipo di aggiornamento in questione dovrà formulare e sottoscrivere le proprie osservazioni relativamente alle anomalie di cui trattasi.
Da parte dell’ufficio dovrà eseguirsi approvazione entro i termini di legge, avviando, qualora ritenute necessarie, le attività tecniche previste all’art. 9 del citato D.P.R. (L’ufficio tecnico erariale ha facoltà di effettuare in qualsiasi momento controlli sopralluogo della rispondenza topografica delle misure riportate sui tipi di frazionamento e sui tipi particellari …)
E’ appena il caso di ricordare, infatti, che l’attività istituzionale dell’Amministrazione è limitata all’accettazione, conservazione e pubblicizzazione dei documenti di aggiornamento.
Le responsabilità tecnico-giuridiche inerenti la predisposizione o l’utilizzazione di tali dati investono altri soggetti ai quali tali responsabilità competono.
Con ciò spero di avere fornito qualche spunto di riflessione agli esordienti, se li ho annoiati vorrà dire che sapevano tutto e quindi meglio così.

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Mi auguro comunque che tutto questo possa servire a far comprendere ai più giovani ( e perché no anche ai più navigati ) che " LA CONSERVAZIONE" del Catasto, oramai da molti anni, la producono i liberi professionisti, con i loro continui aggiornamenti e le loro quotidiane variazioni, a volte imposte da specifiche norme legislative, a volte, invece, determinate da un'esigenza di natura civilistica.
Ed è interesse di TUTTI che la gestione e la divulgazione di questo GRANDE ARCHIVIO, costituente un unico ed inestimabile patrimonio, venga fatto con diligenza e professionalità.

**********
gli s.q.m. sui punti rilevati, dovrebbero essere molto bassi, non esiste un limite stabilito preciso poiché essi dipendono dalla strumentazione utilizzata, dallo schema del rilievo e dalla presenza di iperdeterminazioni sui punti stessi, non ultimo….dalle misure difformi rilevate fra le stazioni.!.... ( la palina porta prisma era perfettamente a piombo?)
di norma, se si utilizza un buon strumento topografico (teodolite + distanziometro elettro-ottico), gli s.q.m. sono dell' ordine di pochi centimetri.
verifica nel libretto delle misure che le distanze tra le stazioni in andata e ritorno siano pressoché uguali oppure verifica se vi sono punti ribattuti da stazioni diverse chiamati in maniera erronea.

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Un buon metodo per evidenziare eventuali errori di campagna è quello di inquadrare il lavoro mediante una poligonale chiusa, il cui calcolo consente inoltre l'immediata evidenziazione di errori in andata ed in ritorno nelle letture tra le stazioni.
Se le poligonali sono corrette, potrebbe esserci un errore nel rilevamento dei punti di dettaglio ribattuti, che non è comunque detto si tratti di un errore di misura: potrebbe essere stato inserito erroneamente il numero di un punto.
Il successivo calcolo dei punti di dettaglio, fatto attraverso un opportuno software, potrebbe consentire un confronto automatico tra le coordinate calcolate singolarmente per ogni punto con la medesima numerazione e la veloce individuazione di errori relativi ai punti ribattuti.

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Tratto dalla Circolare n. 11 del 24.12.1988:
"Come più volte evidenziato dalla nuova normativa, si chiarifica che discordanze di forma o di superficie, verificate nell'ambito di oggetti di aggiornamento integralmente rilevati e che rientrano nelle tolleranze definite, possono non richiedere alcuna annotazione specifica nella relazione tecnica da parte del professionista redattore.
Nei casi in cui si eccedono tali tolleranze il tipo dovrà redigersi sulla base di quanto disposto dalla vigente normativa e più specificatamente in relazione a quanto stabilito nel comma 5, art. 6 del D.P.R. 650/72.
In particolare la relazione tecnica dovrà giustificare le anomalie riscontrate fra situazioni di fatto, di diritto e/o catastali.
Sulla base delle indagini esperite e dei documenti tecnici o giuridici consultati a supporto della situazione di fatto riscontrata, il tecnico professionista redattore del tipo di aggiornamento in questione dovrà formulare e sottoscrivere le proprie osservazioni relativamente alle anomalie di cui trattasi.
Da parte dell’ufficio dovrà eseguirsi approvazione entro i termini di legge, avviando, qualora ritenute necessarie, le attività tecniche previste all’art. 9 del citato D.P.R.
( La AdT ha facoltà di effettuare in qualsiasi momento controlli sopralluogo della rispondenza topografica delle misure riportate sui tipi di frazionamento e sui tipi particellari …)
E’ appena il caso di ricordare, infatti, che l’attività istituzionale dell’Amministrazione è limitata all’accettazione, conservazione e pubblicizzazione dei documenti di aggiornamento.
Le responsabilità tecnico-giuridiche inerenti la predisposizione o l’utilizzazione di tali dati investono altri soggetti ai quali tali responsabilità competono.

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gli sqm alti sono dovuti alla precisione del rilievo ....
gli scarti quadratici metrici sono in funzione della distanza e della precisione.
non conosco la tua praticità di pregeo ma per verificare l' attendibiltità del tuo rilievo individua gli stessi punti letti da stazioni differenti con numerazione diversa e verifica quanto gli stessi coincidano e/o differiscano.
scarta quelli meno ravvicinati e rinomina solo quelli più vicini e verifica la nuova elaborazione potresti ottenere un risultato diverso da quello attuale.


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L'iperdeterminazione dei PF credo che non sia mai stata obbligatoria, ma necessaria nel caso di discordanza tra le misurate dei pf.
Comunque può essere uno dei motivi per i quali hai gli SQM alti, quindi prova a togliere le iperdeterminazioni dei PF.
Gli altri motivi degli SQM alti possono essere:
1) errore sui punti ribattuti tra stazione e stazione, quindi prova a toglierne uno alla volta fino a capire quale è quello che ti alza gli SQM e poi torna a rimisurarlo sul posto;
2) errore nella distanza tra stazione e stazione, quindi verifica le distanze tra le varie stazioni, non dovrebbero avere differenze superiori a 2-3 cm ( tranne casi di forte dislivello tra staz. e staz.), quindi controlla anche queste;
3) errore nella misura di qualche angolo tra stazione e stazione o tra stazione e punto ribattuto,.............qui però la soluzione è quella di tornare in campagna a rimisurare gli angoli.

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I casi di iperdeterminazione previsti sono due contemplati dalla circ. 5/89 e dall'Istruzione del 1988 par. 2 dalla stessa richiamata:
- in caso di punto ausiliario devi iperdeterminare i due pf;
- in caso di pf materializzato sul posto ma non in cartografia, si devono produrre misure sovrabbondanti in modo da iperdeterminare il nuovo pf.
gli sqm a posteriori aumentano in base all'effettiva precisione del tuo rilievo:
elabora il libretto su coordinate locali, eventualmente non con PREGEO, ed individua i punti gravati di maggior errore (di sicuro qualcuno tra i punti iperdeterminati).
Riporto semplicemente quanto nella guida di PREGEO:
Lo s.q.m. dell'unita' di peso a priori: dipende dalla conformazione della “rete” e dalle precisioni strumentali delle misure (di progetto).
Lo s.q.m. dell'unita' di peso a posteriori: è proporzionale alla precisione effettivamente conseguita (di calcolo) e dipende dagli scarti dalla media generati dalle misure sovrabbondanti.
Lo s.q.m. dell'unita' di peso interna: rappresenta la precisione conseguita a prescindere dai punti d’inquadramento.
Lo s.q.m. dell'unita' di peso esterna: rappresenta la precisione conseguita anche con i punti d'inquadramento.
Gli SQM sono inoltre influenzati da:
- precisione della strumentazione dichiarata nella riga 9 (controlla se involontariamente hai indicato come strumento il tacheometro e/o la stadia)
- dalla dichiarazione o meno di poligonali (se dichiarate le misure relative ai vertici delle poligonali assumono - nel calcolo di pregeo - un maggior peso e, generalmente, comportano una riduzione degli SQM.

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non è previsto sospendere un tipo per s.q.m. con valori alti: gli s.q.m. riferiti a valori iperdeterminati (e nella loro valenza matematica) rappresentano la correttezza dell'iperdeterminazione, in qualche modo segnalano la "differenza" del dato ottenuto nei diversi percorsi di calcolo, quindi, valori elevati (l'esperienza mi suggerisce > di 0.2/0.3 ) possono essere certamente associati ad un errore nel rilevato, ma..... in Pregeo assumono significati più ampi, infatti vengono calcolati anche per punti che non sono iperdeterminati, l'effetto di un solo dato errato viene spalmato sull'intero rilievo fornendo all'operatore una visione globale del lavoro.
sono inoltre rappresentazione della metodologia utilizzata: per esempio ad un rilievo per allineamenti e squadri sono associati s.q.m. più alti rispetto alla celerimensura elettro-ottica, la precisione della misura ed il cono di errore di un allineamento a vista sono parametri fisiologicamente non migliorabili, se non utilizzando metodologie diverse.
gli s.q.m. sui punti rilevati, dovrebbero essere molto bassi, non esiste un limite stabilito preciso poiché essi dipendono dalla strumentazione utilizzata, dallo schema del rilievo e dalla presenza di iperdeterminazioni sui punti stessi, non ultimo ….dalle misure difformi rilevate fra le stazioni.!.... ( la palina portaprisma era perfettamente a piombo?)
di norma, se si utilizza un buon strumento topografico (teodolite + distanziometro elettro-ottico), gli s.q.m. sono dell' ordine di pochi centimetri.
verifica nel libretto delle misure che le distanze tra le stazioni in andata e ritorno siano pressoché uguali oppure verifica se vi sono punti ribattuti da stazioni diverse chiamati in maniera erronea.
“… in presenza di s.q.m. elevati, deve essere - in prima persona - il tecnico redattore a preoccuparsi, a causa di eventuali errori commessi in campagna….”
inoltre un buon metodo per evidenziare eventuali errori di campagna è quello di inquadrare il lavoro mediante una poligonale chiusa, il cui calcolo consente inoltre l'immediata evidenziazione di errori in andata ed in ritorno nelle letture tra le stazioni.
se le poligonali sono corrette, potrebbe esserci un errore nel rilevamento dei punti di dettaglio ribattuti, che non è comunque detto si tratti di un errore di misura: potrebbe essere stato inserito erroneamente il numero di un punto.
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Gli SQM elevati vengono fuori a causa di errate o imprecise iperdeterminazioni come segue:
- la distanza tra due stazioni viene inserita nel libretto sia in andata che al ritorno;
- un punto viene battuto da più stazioni;
- viene inserita la distanza tra due punti ( con righe 4 e 5 ) già battuti con righe 2;
- viene inserita la distanza, sempre con righe 4-5, tra un PF e un punto
ausiliario vicino di cui si è misurata la distanza diretta sul terreno.
Per trovare velocemente l'errata iperdeterminazione basta rinominare il punto ribattuto (con riga 2 o 5) ad esempio aggiungendo uno 0 ( punto 134 diventa 1340 ); elabora il tipo dopo ogni sostituzione fino a verificare che gli SQM diventeranno accettabili.
Guardando la grafica potrai verificare anche visivamente a che distanza si trovano i due punti.
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va anche considerato che pregeo tiene conto anche delle precisioni strumentali per il calcolo degli scarti, seleziona 20 cc nella precisione angolare dello strumento e nel caso di righe 4 seleziona la casella "allineamento strumentale" (sempre naturalmente che sia plausibile, tipo pareti di fabbricati ecc.), effettivamente punti ribattuti da più stazioni, se non rilevati con estrema precisione possono far lievitare gli scarti. Io personalmente faccio sempre una prima elaborazione del rilievo con nomi diversi per i punti ribattuti per valutare "ad occhio" la bontà delle misure.

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Gigi R., anonimo_padovano, geosim, it9gvo, geoalfa, geobax, Negrialb, Tonin, Massydam, Paolo Campioni , Alessandro Zanzi

 
 

 

 

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