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Autore Tipo di Frazionamento e riconfinamento

geoalfa
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Inviato: 02 Gennaio 2010 alle ore 10:17

Tipo di Frazionamento e riconfinamento

da: www.pregeo.it/modules.php?name=Forums&fi...

*******
quesito:
viene sospeso un TF di cui una derivata con superficie inferiore a 2000mq.
se non ci sono elementi in loco, sono obbligato a seguire la procedura indicatami dal tecnico catastale?

***
No, nella maniera più assoluta.
Se non hai avuto incarico di riconfinare non sei obbligato, in nessun caso.
Vedi nota n° 3608/5000/98 del 2 giugno 1998 ribadito poi con ulteriori precisazioni del 20 agosto 1998, nota C2/768/98 che testualmente riporta:
"In presenza di particelle, derivate da un atto di aggiornamento cartografico di superficie inferiore ai 2000 mq la normativa citata impone
al tecnico redattore il rilievo completo del perimetro.
Qualora i confini delle suddette particelle non siano materializzati, a meno di un opera di riconfinamento non espressamente richiesta dalla
parte interessata, il tecnico, motivandone opportunamente le cause nella relazione tecnica da allegare all'atto, può prescindere dalla richiamata imposizione, basando l'atto di aggiornamento sul calcolo delle superfici nominali.
Pertanto gli uffici catastali, sulla scorta di quanto fin qui detto, non possono imporre alcuna opera di ripristino-riconfinamento non espressamente voluta dalle parti ne tantomeno può essere motivo di sospensione il rilievo parziale di particelle derivate di superficie inferiore ai 2000 mq se espressamente motivata in relazione tecnica"

Per di più questa nota è stata ripresa integralmente in PreGeo 10 che ti consente di consegnare il tipo barrando l'apposita dichiarazione in
relazione strutturata.

Quindi, o richiami la nota in relazione tecnica o aspetti il primo di ottobre, lo fai con PreGeo 10 e te ne freghi di quello che dice il tecnico evidentemente non aggiornato.

****
Un amico mi ha mandato due autorevoli risposte (una dell'Ing. Mario Cinà) a quesiti da lui posti in merito a questa problematica.

farm4.static.flickr.com/3460/3974177136_...

http://farm3.static.flickr.com/2441/3973409271_ddba21a1db_b.jpg

****

Dall'art 5 circ 2/88

"Nelle operazioni di campagna potranno non essere rilevati, a deroga di
quanto sopra stabilito, soltanto quei vertici delle particelle non identificabili in modo univoco e corretto sul terreno, perché non
materializzati o non ricostruibili attraverso atti ufficiali in possesso delle parti. [...]

non concordo sul ritenere compresi, tra gli atti ufficiali (per come intesi), gli atti d'aggiornamento catastali.
Nel merito, trattandosi di "regolamento di confine" mi pare preponderande l'applicazione dell'art. 950 (ovvero anche 951) in base al quale
gli atti ufficiali sono i rogiti notarili ed in ultimo le mappe catastali e quanto le ha formate.
Poi, è logico che se trattasi di rogito notarile con allegata planimetria (ante 1972), con allegato un TF (post 1972), ovvero richiamante il
medesimo (post 1994) quello dovrà far fede per le misurazioni.

Prima di tutto ciò, comunque, è necessario che l'atto (notarile) sia in possesso delle parti e che le stesse richiedano espressamente
l'operazione di riconfinazione (vedasi lo stesso Codice Civile).
La volontà dei privati non viene in alcun modo forzata da alcuna normativa, meno che mai catastale.

La nota della D.C. del 20 agosto 1998 è esaustiva nel merito e non "si impone alla circolare", bensì ne rende interpretazione autentica.

**
Riflessione:
i confini di una p.lla nata con atto di aggiornamento Pregeo e con SR sono già stati collegati, nello spirito della circ. 2/1988, alla rete dei PF per cui, se non sono (ancora...!) materializzati non esiste l'obbligo del ripristino SUL TERRENO, se non richiesto dalla committenza.
E fin qui mi pare che la maggioranza di noi è d'accordo (anche in ossequio alla circ. 2/1988 che comunque si riferisce al frazionamento di p.lle mai rilevate con Pregeo e quindi con SN...); tutta la normativa si riferisce infatti alla mappa cartacea!
Ma è pur vero che, sempre per assecondare lo spirito della circ. 2/1988, da una SR non possono scaturire delle SN!

Questa è la logica:
col nuovo frazionamento il professionista fornisce col suo libretto le misure dei due punti di attacco della nuova dividente rispetto agli stessi PF per cui, facendo una semplice sovrapposizione analitica tra queste misure e quelle del precedente tipo che diede origine alla p.lla originaria, è possibile determinare le due nuove SR.
Quindi, non obbligo di ripristino dei confini sul terreno (... non richiesto dalla committenza) ma obbligo del ripristino (secondo la normativa vigente e già richiamata in questo stesso post.) a tavolino, desumendo le misure analitiche dal precedente atto di aggiornamento.
A parere mio il professionista deve indicare SR alle nuove derivate dichiarando in relazione che sono state ottenute dalla sovrapposizione analitica anzidetta; risultato finale: non ha ripristinato i confini sul terreno perchè non richiesto dalla committenza e ha tenuto conto delle misure probatorie del precedente tipo (come gli impone la normativa).
Aggiungo che non è necessario aggiungere nel proprio libretto le misurate del precedente tipo.
Se malauguratamente dalla sovrapposizione delle misure, il tipo precedente dovesse risultare errato, tutta la procedura cambia e occorrerà redigere tipo di frazionamento e atto notarile a rettifica;
ma questa è un'altra interessante storia...che va fuori tema.
Se uno o più PF battuti dal tipo precedente fossero demoliti, sarebbe sempre possibile ricostruire geometrie precedenti riferendo analiticamente le misure ad altri PF posti nelle immediate vicinanze, a patto che in Catasto risultino le misurate che li collegano.

**
E quì mi cascò il ciuco.
Sono mica tanto d'accordo a confermare delle misure fatte da altri adattandole al mio rilievo.
Che ne sò io della qualità del lavoro di chi mi ha preceduto?
Se questo "collega" ha fatto una delle operazioni che prima descrivevo e cioè: rilievo di centro di fosso largo un metro presente in mappa con
linea nera e confine di proprietà, sovrapposizione speditiva con la mappa di visura, conferma di detta linea in colore nero;
ebbene io non mi sento, mettendo in linea 2 delle misure calcolate sulla bese di quel rilievo di confermare alcunché.
Un giorno qualcuno potrebbe sempre dire che queste misure sono state eseguite dal Geometra Pinco Pallino nel 1989, confermate da Cinelli nel 2009, questo è il nuovo confine per decorso ventennio.
E dov'è il confine?

*******
Se rileggiamo BENE il mio intervento, non ho affatto detto che il professionista deve "far sue" le misure del precedente tipo inserendole
nel suo tipo (con righe 2 ottenute a tavolino!??);
ho detto invece che deve fornire delle SR per tutte le derivate, ottenendole dalla sovrapposizione delle due geometrie coerenti cartograficamente
sugli stessi PF.
Lavoro questo che, ripeto, non comporta affattola dichiarazione dei punti pregressi nel libretto delle misure.
Amici miei:
non dobbiamo sempre mettere le mani avanti e pensare che gli altri professionisti lavorano male (a tavolino) e sòlo noi lavoriamo bene!
Il mio intervento vuole esprimere la mia posizione per tutti i casi in cui il precedente professionista HA LAVORATO BENE!

E ho detto anche di non prendere il caso del tipo precedente errato perchè è un'altra questione...(necessità del tipo a rettifica con tutte le conseguenze legali).


*****
Non mi stupiscono le varie interpretazioni, i dubbi, i timori: penso che derivino dall’ormai consolidata visione filo-catastale che
i liberi professionisti hanno acquisito, grazie a norme sempre più “catastocentriche”.

Io continuo a pensare in modo semplice, da obsoleto “geometro” di un altro secolo: il Libero Professionista tutela l’interesse del
proprio Committente, ed il Tecnico Catastale tutela quello dello Stato.
Naturalmente il lavoro tecnico si fonda sui medesimi principii per entrambi, ma le applicazioni possono, e spesso devono, differire.
Scambiare i ruoli è inutile e pericoloso.

Ogni riferimento a Pregeo10 è puramente voluto.

Per questo invito a riflettere su quanto segnala Fabio2586 “Tutto molto corretto, ma di quel che serve al cliente (che è quello che ci paga)
e della utilità che gliene viene da tutte queste operazioni, che sia il caso di tenerne conto?”

Riscontro (anche in me stesso) due tendenze opposte: soddisfare le norme o contrastarle.
Normalmente se ne fa una questione di principio: il primo impulso deriva dal senso di sicurezza che ci viene dall’”essere in regola”;
il secondo dal bisogno di liberarci dalle innumerevoli imposizioni incomprensibili e frustranti, che spinge a fare più dispetti possibile
al Catasto.

Proviamo a ragionare, sempre tenendo presente Fabio2586, ma anche l’utilità per Catasto e Colleghi.

Il fatto di disporre, per un mappale originale, della Superficie Reale può essere considerato un “valore aggiunto”?
Molto modesto, direi, e non solo per i motivi esposti da Carlo (ma il discorso è più ampio di quanto valga la pena di trattare qui).
Comunque schifo non fa...
Se non costa molto, può valere la pena di cercare di conservarlo.
Se non costa molto.

Ricordiamoci che rilevare un contorno e inserirlo in Pregeo è, in mancanza di opportune precisazioni, come attribuirgli lo status di confine.
E anche le eventuali precisazioni lasciano, giuridicamente parlando, il tempo che trovano.

La normativa, perfettamente riportata da Pzero sulla cui interpretazione sono pienamente concorde, è un ginepraio.
E non può essere altrimenti:
l’Agenzia si è resa ben conto di non poter costringere il Tecnico ad agire in contrasto con l’interesse del proprio Committente; e perciò ha
dovuto lasciare un mare di scappatoie.
Flavio Ferrante (che ci legge per sua conoscenza, anche se non lo vuole ammettere ) lo sa bene, ed è normale cha abbia reazioni non riportabili
sul forum, come dice Pzero...
Non è affatto obbligatorio, come sembra temere Emanuele_m, riposizionare i picchetti precedenti.
Ma è obbligatorio, come descritto da molti, ricostruire analiticamente il precedente libretto.

E qui si presentano due classi di casi: o le misure tornano con “egregia” tolleranza, oppure si riscontrano svarioni...

Se la tolleranza è buona e sul terreno manca ogni segno, allora sono propenso ad inserire la ricostruzione del libretto, specificando in
Relazione Tecnica di aver proceduto a mera ricostruzione analitica del Tipo al solo fine di calcolare le Superfici Reali.
Tutt’al più si ravviserebbe un’apposizione di termini.

Ma in ogni altro caso si ha una vera riconfinazione, che dev’essere fatta seriamente come azione di regolamento dei confini;
se la ricostruzione richiede accordi con i confinanti o anche soltanto non coincide con i segni sul posto (che è bene rilevare comunque, ricordiamocelo), penso che la cosa non debba assolutamente essere fatta all'insaputa del Committente:
nella migliore delle ipotesi commetteremmo una scorrettezza nei suoi confronti.

Committente che, lo ricordo ancora, è colui che ci paga ( escluso Geoalfa, che si è già lamentato in questo senso), e non il Catasto.

****
A questo punto serve un chiarimento.
Siccome l'Italia è lunga e, mi pare, che non tutti parliamo la stessa lingua, cosa vuol dire ricostruzione analitica?
Il mio vecchio Dirigente catastale quando non capiva qualcosa diceva sempre:
"Andando nel bovino, cosa vor dire?"
Perché la mia sensazione è che ci si riempia la bocca di questa "ricostruzione analitica" ma che quella di Lucanto non sia quella di IT9gvo e neanche quella di altri.
E poi mi piacerebbe sapere anche i riflessi all'interno del mio libretto delle misure.

**************
emanuel_m; pzero; rubino; topogeo; geobax; it9gvo; Leo; Carlo Cinelli

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile 2013 alle ore 19:40
 
 

 

 

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